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Esperienze con il



Piccolo Münsterländer


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Esperienze con il Piccolo Münsterländer cane da ferma
di Sabine Middelhaufe

Ciò che caratterizza il Piccolo Münsterländer è il suo ottimo fiuto, la cerca perseverante, la ferma affidabile e la sua forte voglia di trovare il selvatico. Grazie a questa determinazione, infatti, questo ausiliare cerca la selvaggina ferita o abbattuta anche nella vegetazione quasi impenetrabile e la riporta con certezza. Siccome gran parte dei rappresentanti di razza danno voce sulla traccia o almeno a vista del selvatico da pelo, il Münsterländer è anche adatto alla cerca nei terreni a densa vegetazione; e ciò tanto più poiché la sua passione per la caccia non si ferma nemmeno davanti alle spine o ai cespugli fitti. Persino nel lavoro sulla pista di sangue si è guadagnato un buon nome grazie al suo olfatto eccellente e la sua capacità di concentrarsi con tutta la calma necessaria sulla traccia del capo ferito.
Sui terreni di caccia, galoppando contro vento, il Münsterländer avanza sistematicamente in lacet abbastanza ampi, sempre da un lato del terreno all'altro, per cercare l'emanazione del selvatico acquattato da qualche parte. Poi, quando entra in una zona di emanazione rallenta l'andatura fino al passo, si avvicina con cautela alla sorgente dell'odore per poi irrigidirsi improvvisamente in ferma: il collo allungato in avanti, la testa tenuta circa all’altezza del dorso, la coda immobile piegata leggermente in giù e rimane fermo, indicando con il naso il punto dove sta il selvatico. In caso questi tenti di allontanarsi di pedina, il Münsterländer guida attentamente e con calma, mantenendo sempre la stessa distanza dalla preda e senza mai interrompere il collegamento col suo padrone, inseguendolo per fermarsi subito nuovamente in tipica posa appena questa si immobilizza, e riprendendo la guidata se il selvatico dovesse cercare un altra volta di sfuggire. Quando, finalmente, l'uccello prende il volo e il cacciatore spara, il Münsterländer non si sposta ma osserva dove il selvatico abbattuto cade per terra e solo al comando del suo conduttore corre al recupero.

In funzione del territorio, oltre alla cerca sistematica a testa alta sul terreno aperto, il Münsterländer deve anche padroneggiare un tipo di lavoro detto "buschieren", che in tedesco significa “cerca sotto il fucile", lavorando nelle coperture basse, sia del campo che del bosco, dove, puntando, deve segnalare la presenza di selvaggina da penna nonché di lepri.
Ma la disciplina più importante nel bosco è un terzo metodo di cerca, chiamato "stöbern".
Il termine "stöbern" descrive la ricerca sistematica e accurata in ampi terreni con copertura fitta da parte del cane il quale insegue la selvaggina da pelo ad alta voce finché questa non viene abbattuta o riesce ad uscire dalla zona della battuta, mentre segnala con la voce la presenza della selvaggina da penna volata su qualche pianta. Poiché in Germania qualunque cane, da ferma o da cerca o da seguita, deve saper eseguire lo "stöbern", essendo questo un metodo di caccia molto utilizzato e adatto a quasi ogni genere di selvaggina.
La caccia vagante, ossia il giro a piedi nella riserva da parte del conduttore con solo il suo cane, è assai amata dai cacciatori tedeschi, perché tranquilla e priva di pressione; e poi è indubbiamente una buona occasione per assicurarsi sullo stato in cui si trovano i selvatici dentro la riserva.
Durante questo giro o "Pirsch" il Münsterländer segue il suo padrone stando al suo fianco con calma assoluta ed evitando qualsiasi rumore inutile. Inizialmente il suo compito è solo quello di segnalare subito, attraverso il suo comportamento non equivoco, l'emanazione o la presenza diretta della selvaggina. Mentre il cacciatore è appostato, il cane deve rimanere sdraiato vicino, silenzioso e senza dimostrare la minima agitazione che potrebbe, altrimenti, avvertire il selvatico. Solo se lo sparo del padrone risulta non mortale, e la preda è da recuperare, il Münsterländer entra di nuovo in azione e grazie al suo fiuto molto sviluppato, guida il suo conduttore verso la rimessa del capo ferito. Se questo ha ancora sufficiente energia per mettersi in fuga, il Münsterländer lo insegue ad alta voce (normalmente non ha problemi a finire un capriolo, ma se, invece, si tratta di selvaggina maggiore, il Münsterländer deve, con l’abbaio continuo, chiamare sul posto il padrone che ucciderà la preda). Un ulteriore qualità della razza riguarda, infine, il lavoro nell'acqua, vale a dire la ricerca e il riporto della selvaggina ferita o abbattuta nel canneto o nell'acqua profonda.
E' risaputo che le prove di lavoro per cani ad uso venatorio in Germania non hanno nè lo scopo di giudicare "esteticamente" lo stile di una razza, né tanto meno di far riempire il salotto del conduttore del cane con dei bei trofei. Il loro scopo, invece, è esclusivamente quello di esaminare e valutare le capacità reali del soggetto per l'impegno quotidiano e vario nella riserva di caccia. Sicché ecco quali sono le pretese del cacciatore tedesco al suo Münsterländer (ricordando che in Germania la legge richiede che ogni cane debba sottoporsi con successo almeno ad una prova di idoneità prima di poter essere utilizzato nella prassi venatoria).
La cosidetta “prova giovani“ o Verbandsjugendprüfung (VJP), che ha luogo sempre in primavera, è aperta ai Münsterländer che hanno compiuto almeno i 7 mesi e, al massimo, i 19 mesi d’età. E siccome una VJP persa non può essere recuperata, quasi ogni conduttore cerca di presentarvi il suo giovane allievo. Nel corso della prova al cucciolone è “solo“ richiesto di dimostrare alcune doti essenziali: deve essere capace e disposto a collaborare col suo padrone, avere cioè un buon rapporto di fiducia con lui ed aspettare ed ascoltare i suoi comandi. Potrebbe sembrare una cosa scontata, ma in realtà il Münsterländer da un lato è un cane che si lega strettissimo al suo padrone, ma è anche assai intelligente e, specialmente da giovane, approfitta subito delle debolezze o della mancante coerenza del suo proprietario. Quindi è importante mettere alla prova la pazienza e obbedienza generale del soggetto in una situazione che assomiglia abbastanza ad una giornata di caccia.
Naturalmente deve rimanere assolutamente tranquillo allo sparo di fucile esploso ad una distanza di circa 100 passi, perché, ovviamente, un cane da caccia che teme questo rumore non sarebbe comunque adatto alla caccia. Deve saper inseguire, una volta sganciato, con determinazione e fedeltà la pista della lepre a lui non più visibile (questo può sorprendere, visto che si tratta di un cane da ferma, ma bisogna sempre ricordare che le esigenze del cacciatore in Germania richiedono un cane versatile piuttosto che uno specialista!). Poi il giovane Münsterländer deve dimostrare, in termini generali, una gran voglia di cercare e di trovare i selvatici e di saper usare a questo scopo il suo naso, con destrezza e assiduità (il motivo è ovvio: infatti, il miglior fiuto non servirebbe a niente se il soggetto fosse privo di passione e coraggio). Come non servirebbe l'istinto senza un olfatto adeguato poiché, in questo caso, avremmo un cane che galoppa a destra e a manca, con il bellissimo pelo lungo svolazzante nel vento, ma incapace, alla fine, di combinare un bel niente. Uno spettacolo estetico, sicuramente bello da guardare, però inutile in riserva. Per questo, quindi, il cane deve inoltre possedere la disposizione genetica alla ferma, anche se, considerando la sua età, il giovanotto non sarà penalizzato se magari al frullo si lancerà all'inseguimento dell'uccello per qualche metro. L'altra materia insolita, rispetto alle usanze italiane, è poi l'esame della voce sulla pista, o almeno a vista della lepre e della volpe in fuga. In Germania, infatti, se nel corso della prova al Munsterlander dovesse capitare d’imbattersi in qualche selvatico in fuga, non sarebbe considerato come difetto se la rincorresse brevemente, ma, chiaramente, non dovrebbe andare del tutto “fuori mani“. In pratica un certo “spirito“ è benvenuto, ma la passione sfrenata no.
In autunno dello stesso anno, quindi a distanza di circa 6 mesi, il Münsterländer può poi essere iscritto alla prova autunnale di allevamento (Herbstzuchtprüfung ossia HZP).
Ancora una volta vengono esaminate le sue prestazioni nelle materie della VJP, ora però con delle pretese ben più elevate. Inoltre si aggiungono diverse materie nuove, vale a dire questa volta il Münsterländer deve anche lavorare una traccia trascinata (Schleppe) sia con un capo di selvaggina da pelo sia da penna e riportarlo con maniere perfette (cioè il cane deve prendere l'uccello in bocca senza schiacciarlo, altrimenti rovinerebbe la carne, e la lepre intorno all'addome piuttosto che tirarsela dietro ad una gamba o al collo); questo anche per rispetto verso l'animale. Poi si richiede che torni direttamente dal suo padrone, si sieda davanti a lui e gli metta la preda nella mano tesa non prima del relativo comando (anche questo motivo è lampante: si vuol evitare che un selvatico ancora vivo e buttato per terra dal cane noncurante scappi e che un capo morto, nel trambusto della battuta, venga magari sgraffignato da un altro cane).
L'esame della non paura allo sparo viene ripetuto anche alla HZP, ma questa volta all'acqua.
Un ulteriore test riguarda la cerca assidua e sistematica dell'anatra nelle acque ricche di canneti o di altri ripari e, dopo lo sparo, il riporto corretto.
Queste richieste ad un soggetto di forse 13 o 18 mesi danno per scontato che il cacciatore abbia lavorato quotidianamente per perfezionare il suo futuro ausiliare e che cane e padrone abbiano compreso, ognuno a modo suo, la responsabilità legata alla prassi venatoria che si deve dimostrare, oggi più che mai, eticamente sostenibile.
Nell'autunno dell'anno successivo, con l'esperienza di tante uscite sul terreno di caccia, in riserva, il Piccolo Münsterländer può finalmente dare il suo esame di maturità, ossia la prova maestra (Verbandsgebrauchsprüfung abbreviato VGP) dove ci si aspetta, dal cane e dal suo padrone, che abbiano la qualità necessaria per poter cacciare perfettamente preparati e con successo in qualunque territorio ed in qualunque condizione. Oltre alla versione severissima delle materie della VJP e della HZP, questa volta il Münsterländer deve inseguire la traccia trascinata della volpe e riportare l'animale attraversando un ostacolo naturale, deve lavorare una pista di sangue, cercare in un raggio limitato ("stöbern") nel bosco e nelle acque ricche di ripari e, infine, deve dimostrarsi capace di cercare perfettamente anche “sotto il fucile“.
E' chiaro che a questo punto la collaborazione fra cane e padrone dovrà essere ottima, come anche l'obbedienza del Piccolo Münsterländer, ed è altrettanto chiaro perché la razza, pur trovandosi nella categoria "cani da ferma", è considerata fra i cani da caccia più versatili e perché non deve temere il confronto con gli altri cugini di origine tedesca. Da ultimo è da ricordare che, essendo un cane intelligente e vivace, con indole aperta e buona, il Münsterländer ha bisogno di un rapporto molto stretto ed intimo con il suo padrone e la sua famiglia. Inoltre richiede un rapporto quotidiano e lunghe passeggiate col suo conduttore anche al di fuori della stagione venatoria.


Foto 1, 3, 6: Cornelia Bögli; 2, 4, 5: Christian Brinkmann.


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