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I cani da caccia: Ritratti



Il Segugio Austriaco nero focato (Brandlbracke)

 


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Il Segugio austriaco nero focato (Brandlbracke)
di
Sabine Middelhaufe

Il Brandlbracke ovvero il Segugio Austriaco, deve il suo nome alle focature, in tedesco “Brand“, alle gambe, al petto, alla testa, e alle due macchie grandi e ben delimitate sopra gli occhi che gli hanno valso il nomignolo di “Vieräugl“, cioè “Quattrocchi“. I cani nero focati, una volta erano molto ricercati, ma non è il colore che ha procurato al Brandlbracke la sua popolarità.
Il Brandlbracke, deriva con grande probabilità dal cosi detto “Segugio delle Alpi“ e tramite questo dall'antico “Segugio dei Celti“. L'imperatore austriaco Massimiliano I (1459 - 1519) era già noto per portare gli antenati del Brandlbracke a caccia di selvaggina maggiore con grande entusiasmo, ma solo a metà 19. secolo iniziò la selezione mirata verso un segugio austriaco puro che portò, nel 1883, alla fissazione dello standard di razza, e il primissimo cane che fu mai registrato nel libro genealogico austriaco era in fatti - un Brandlbracke.

Siccome il Brandlbracke è un segugio straniero permettiamoci una breve scappata alla cultura segugista al di fuori dell'Italia, poiché in altri Paesi europei la caccia con il cane da seguita, soprattutto se portato in muta, è severamente regolamentato. Già nel 1863, infatti, fu proibito rigorosamente, per esempio in Baviera, l'utilizzo dei “cani a gambe lunghe che cacciano a gran distanza” ed anche in Austria e in Svizzera furono comminate delle restrizioni corrispondenti.
Dal 1934 fino ad oggi la legge in Germania permette di impiegare i cani da seguita esclusivamente in zone da caccia con una superficie minima di 1000 ettari, ampiezza che ovviamente non tutte le riserve, perlopiù private, raggiungono!
Perciò i cacciatori attuali, come quelli del passato, quando conducono un segugio lo usano prevalentemente come cane da cerca e da traccia, cosicché un numero crescente di razze da seguita si è sviluppato in direzione della versatilità, allontanandosi quindi dal cane da muta di stampo italiano (che viene, inoltre, specializzato su un determinato tipo di selvaggina).
Guardando la faccenda da questa prospettiva si comprende quindi anche il perché le razze italiane trovano poco interesse in certi Paesi europei - all'estero non si potrebbe farle lavorare secondo il loro stile tipico e poi si sentirebbe la mancanza dei talenti delle razze poliedriche nazionali.
Al pari di tutte le altre razze austriache, anche per il Brandlbracke vale la considerazione che dovrebbe essere tenuto, e condotto, solamente da cacciatori e/o guardie forestali, categorie in grado di utilizzare il cane sufficientemente; poiché la mancanza di abbondante lavoro porterebbe, prima o poi, a problemi comportamentali e di prestazione.
Nel suo Paese d’origine solo rappresentanti di razza che dimostrano ottime performance alle braccate, oltre ad adempiere ai regolamenti di allevamento della società specializzata austriaca, sono ammessi come riproduttori. Con questi criteri assai severi si cerca di mantenere le altissime qualità venatorie del Brandlbracke anche per il domani.
Selezionato nelle Alpi austriaci espressamente per la caccia in montagna questo cane, atletico e snello, di un altezza massima al garrese di 56 cm si distingue per l'eccellente abilità di scalare e di saltare nonché per il suo senso di orientamento superbo.
Per la prassi venatoria questo significa che il Brandlbracke può essere utilizzato anche nei terreni montani più difficili e il conduttore può essere certo che, a fine turno, il cane lo ritroverà da solo. Altresì importanti per il cacciatore sono, naturalmente, le svariate possibilità di impiego della razza: grazie al suo olfatto finissimo, alla pronunciata voglia di seguire la pista e alla notevole sicurezza su di essa, alla buona voce sulla traccia e alla predisposizione di attaccare un selvatico feroce (Wildschärfe). Il Brandlbracke, infatti, può essere usato come cane da cerca nella tradizionale caccia collettiva sul terreno e, entro certi limiti, nell'acqua, ma anche per la braccata alla lepre o alla volpe e, non per ultimo, alla battuta invernale al cinghiale, per la quale questo segugio è particolarmente idoneo.
Fra le caratteristiche tipiche della razza, prima dello sparo, vi è la caccia persistente, sicura e a gran voce sulla traccia della selvaggina, minore e maggiore. Dopo lo sparo, invece, il Segugio Austriaco brilla per il suo lavoro tranquillo e meticoloso sulla pista di sangue; compito per il quale è assai dotato con la sua voglia di seguire la pista, la sua assiduità e per la prontezza con cui sa affrontare anche il selvatico ferito alla fine della ricerca. In realtà il Brandlbracke si dimostra spesso cosi abile sulla “traccia rossa” che tanti rappresentanti di razza sono addestrati specialmente per questo compito e poi condotti esclusivamente sulla pista di sangue.
Parlando di particolarità nazionali, il Club Austriaco per cani da seguita richiama l'attenzione sul fatto che in Austria, a differenza di altri paesi dove si va ancora a caccia con la muta di segugi, con il termine “braccare” si intende la caccia del singolo segugio su un capo di lepre, volpe, tasso o cinghiale. Per questo tipo di caccia vengono appostati alcuni partecipanti ai passi conosciuti della selvaggina, poi si sganciano i cani lì, all'appostamento. quindi ciascun ausiliare si cerca subito una pista promettente, la insegue e da voce appena la traccia diventa calda, ma pur essendo in più cani che lavorano nello stesso territorio limitato, ognuno rimane sulla sua traccia, non si fa distrarre né dai suoi compagni né dagli spari e, tanto meno, corre dal primo cane che segnala una calda.
Il Brandlbracke non è un cane da muta bensì, decisamente, un lavoratore singolo!
Lo “Spurlaut”, cioè il continuo dare voce sulla traccia calda com'è richiesto dal Brandlbracke è di importanza basilare per diversi motivi: in primis, perché la perdita di energia, per causa dell'abbaio in combinazione con il lavoro olfattivo concentrato, rende questo segugio di altezza media quasi sempre più lento della sua preda; che egli quindi non vede e non riesce a raggiungere (nel caso eccezionale che il cane dovesse arrivare comunque vicino alla lepre o alla volpe, la successione dei suoi suoni aumenta notevolmente e comunica l'evento chiaramente al suo conduttore.)
Inoltre anche per la selvaggina la voce del cane è significativa, poiché le segnala la posizione del suo inseguitore, di conseguenza la preda sincronizza il suo comportamento di fuga con il movimento del cane. Questo, in termini venatori, vuol dire che il Brandlbracke che caccia ad alta voce inquieta la selvaggina e la tiene in movimento come desidera il cacciatore, ma non la indice ad una fuga pazza.
La voce del Brandlbracke, poi, è essenziale anche per il conduttore che riconosce al suono quale specie di selvaggina il cane sta inseguendo, quanto è lontano dalla preda e, naturalmente, dove passa, in modo che egli si può preparare puntualmente allo sparo. Il selvatico inseguito tende a ritornare al punto di partenza cosicché il tiratore spesso può abbattere la selvaggina davanti al cane senza dover lasciare l'appostamento.
Tutti i segugisti sono senz'altro d'accordo che la traccia fredda notturna della lepre è la più difficile da lavorare per il segugio, pertanto non sorprende che la prassi in Austria abbia dimostrato che il Brandlbracke, appassionato e perseverante come cane da lepre, si sia confermato anche come cane da pista eccezionale, pur dovendo lavorare in modo del tutto diverso, vale a dire inseguendo, trattenuto dal conduttore alla lunga e col naso per terra, la traccia del selvatico ferito ad una velocità che permette all’uomo di camminare dietro il cane senza problemi.
Secondo la specie di selvaggina e la ferita subita, il territorio e il clima, ma soprattutto in dipendenza dal tempo di posa della traccia questo può, ovviamente, essere un lavoro lungo e assai faticoso per il Brandlbracke; per lo più perché il cane deve segnalare fedelmente ogni particolarità sulla pista come, per esempio, i punti di sosta della preda. In caso di necessità il cane viene sganciato solo all'ultimo cuccio, quindi può inseguire l'animale finché non si accovi nuovamente; fatto questo che il Brandlbracke deve comunicare col suo abbaio a fermo.
Nelle riserve silvestri il compito del segugio austriaco sta prevalentemente nella ricerca e nel recupero degli ungulati, siano essi cervi, mufloni, daini o cinghiali.
Mentre fra le caratteristiche venatorie richieste alla razza si trovano, oltre alla già citata prontezza di affrontare anche un selvatico feroce e capace di difendersi, robustezza ed una certa resistenza al dolore, sicurezza di sé stesso e la disponibilità di difendere la sua preda. Nei confronti dell'uomo, invece, il Segugio Austriaco è dolce, molto affettuoso e cerca il contatto stretto con la sua famiglia umana. Per questo non è assolutamente adatto all'alloggiamento esclusivo in un box o serraglio ed è imperativo che abbia, almeno per parte del giorno, un contatto stretto con il suo padrone. L'indole gentile e piacevole è, quindi, un altra tipica qualità della razza austriaca.
Per ottenere che il nostro cane sia un compagno equilibrato ed efficiente nel suo mestiere è molto importante dargli poi, quotidianamente, la possibilità di muoversi liberamente, cioè di correre e di giocare insieme, naturalmente, all'occupazione seria tramite l'addestramento o l'allenamento e il lavoro regolare. E a proposito dell'addestramento, va sottolineato come il Brandlbracke non gradisca una mano dura, ma voglia, invece, essere educato con comprensione e rispetto. Vale a dire che si tratta di un cane che si può benissimo portarere, tramite un metodo coerente e paziente, verso la prestazione desiderata, senza tuttavia forzarlo.


Foto: 2, 4-6, 8 Wolfgang Panhölzl (Austria), 1,3,7 Ira Winkelvoß (Germania)

Intervista allevatori
Fotoalbum Brandlbracke

 

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