"L'è un
om" Si
dice del Bracco Italiano "l'è un om", frase
coniata alla nascita della cinofilia, definizione unanimemente
accettata da tutto il mondo cinovenatorio. Il gergo è lombardo
dialettale, ma solo perché la pianura padano-lombarda è stata
la culla della sua rinascita dal dopo guerra in poi. Quell'espressione non è riferita
solo al suo sguardo così umano, appunto, anche se quegli occhi così espressivi sono inseriti in una testa,
forse tra le più belle fra quelle delle razze da ferma;
quella definizione illustra in modo realistico anche alcuni aspetti
del suo carattere: è risaputa la sua capacità di
riflettere sulle situazioni
vissute e di poterle elaborare. |
E' oggi il cane ideale per chi vuol fare cinofilia, è una
razza in continua evoluzione. Ci sono stati in un recente passato
ampi margini di crescita che il n/s Bracco attualmente ha colmato
ha così conquistato una posizione più consona fra
le razze da ferma e perciò oggi è più sano
più tonico, la cute meno grassa e spessa, è diventato
più autonomo nella cerca e con movimento mediamente più nevrite,
il trotto dei Bracchi odierni, frutto di continua e attenta selezione è oggi
più redditizio, quando è appropriato
ed è espresso alla massima andaturarisulta spettacolare
a dir poco, i rallentamenti, gli accertamenti sul filo del vento
in presenza di emanazioni da cardiopalma. E' più generico, molti soggetti si distinguono in prove di montagna, in batteria con gli esteri, ma anche in prove specialistiche, a beccaccini per esempio, vincendo tutto quello che c'è da vincere, sul terreno e dentro ai rings. E già! Perchè nella nostra razza non ci sono correnti da lavoro disgiunte da quelle da expò. Normalmente i Bracchi più bravi sono anche i più tipici, se convenientemente usati in riproduzione, trasmettono le doti sia morali sia morfologiche. |
Oggi la razza sta vivendo un periodo di discreto benessere,
di rafforzamento delle posizioni acquisite in tutti questi
anni
di lavoro mirato e proficuo da parte degli allevatori e della
dirigenza S.A.B.I. il numero delle nascite è in lento
progresso, in controtendenza se paragonato con le altre
razze da caccia e da
ferma in particolare. I soggetti che si qualificano nelle prove sono numericamente aumentati e la loro qualità è decisamente superiore rispetto al passato. La dice lunga la vittoria della Coppa Italia per le razze da ferma continentali - la squadra dei Bracchi Italiani ha sbaragliato il campo... Dev'essere stato difficile e imbarazzante da parte della società specializzata il comporre la compagine, la scelta è certamente stata difficoltosa, scegliere solo cinque soggetti fra i numerosi presenti alle selezioni tutti notevolmente stilisti, volitivi e realizzatori, ma il risultato parla chiaro! Sarebbe un utopia immaginare il Bracco Italiano se non la razza preferita, ma almeno tra le più amate da chi fa cinofilia e va a caccia con lo stesso cane? |
Purtroppo la n/s razza italica non ha mai incontrato grandi favori
negli ambienti cinovenatori, forse a causa di antichi retaggi,
o dei "si dice", le dicerie spesso bugiarde provengono
quasi sempre da chi non conosce a fondo la razza e certamente
non l'ha
mai posseduta. Ma in fondo che cosa può aver di buono un cane da caccia, funzionale si, ma grosso, magari un po' ingombrante, giocherellone fino all'indisponenza, esageratamente affettuoso fino all'appiccicaticcio, innamorato del padrone fino alla noia? Dovrà pur avere qualche buona qualità, se no perché apprezzarlo?! Forse solo perché è un Italiano e come tutti i buoni figli della nostra terra è fantasioso, cervellone, adattabile, lavoratore e eternamente innamorato, capacedi profondi sentimenti verso di voi signore e padrone. E' forse una delle poche cose che ancora incarna l'italianità, quella vera, quella che forse stiamo a mano a mano perdendo, fatta di cose buone, semplici, antiche e vere. Lui, il Bracco, fa parte delle nostre radici. |
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