Segugi & cani per pista di sangue
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I Segugi svizzeri in Italia Come si vede nella statistica dell’ENCI per il 2018 (i numeri per l’anno 2019 finora non sono stati pubblicati) appaiono le seguenti registrazioni nel libro genealogico: Segugio del Giura 293, Segugio Bernese 18, Segugio Lucernese 10, Segugio Svizzero (Svittese) 1 (nell’anno precedente erano ancora 26), quindi un totale 322 iscrizioni. Non sono proprio tanti paragonati ai quasi 5700 Segugi Maremmani e circa 4700 Segugi Italiani registrati. |
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Sotto e sopra: Fabio Pasqui con i suoi Segugi del Giura. |
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Perché ha deciso di acquistare dei cani in Francia, piuttosto che nella patria della razza? |
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Sotto e sopra: Fabio Romagnoli e alcuni dei suoi Bruno. |
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Purtroppo è vero che, attualmente, la prospettiva dei segugi in Svizzera è tutt’altro che bella. Invece in Italia come sono messe le cose? Fabio Pasqui: „Per quello che posso vedere, in italia la situazione è diversa ed a mio parere l’indice di interesse ed orientamento verso i segugi svizzeri (per quanto mi riguarda posso valutare l’andamento del Bruno del Giura) è positivo e molto confortante. Molte persone che utilizzano da anni altre razze si avvicinano al Bruno del Giura, e riscontro frequentemente che dal primo soggetto si passa al secondo , poi al terzo e poi al desiderio di avere una propria muta. Molti appassionati che stanno facendo un lavoro ottimo di selezione seria ed attenta stanno contribuendo ad inserire “sulla piazza” soggetti sempre più equilibrati, tipici e con doti venatorie sempre più certe.“ |
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Non condivide questo ottimismo l’allevatrice Paola Tarantola Riva, dice: „Tempi duri per gli appassionati di Segugi Svizzeri! Chi come me ha la passione per lo “Svittese”, purtroppo deve prendere atto che ci troviamo quasi al punto di non ritorno. In Italia, essendo cambiato il modo di cacciare il cinghiale che si caccia per lo più con cani a singolo, il Segugio Svizzero viene numericamente prevaricato da cani come la recente razza del Segugio Maremmano che ha spopolato, che oltre alle sue caratteristiche è diventato un cane di moda e per nazionalismo. Gli estimatori dello “Svizzeri” hanno anche grandi difficoltà a trovare correnti di sangue nuovo, non solo in Italia ma anche all’estero. Se poi consideriamo le rigidissime regole del paese d’origine della razza, l’impresa diventa davvero ardua. - La scelta di una razza è dettata dalla passione ed è per questo motivo, che tra mille difficoltà continuo ad allevare.“Quindi, mentre il Giura gode di una discreta „tifoseria“, Svittese, Bernese e Lucernese si stanno muovendo da un’esistenza già al margine all’orlo del precipizio vero e proprio. Tuttavia, non sono soltanto i cani che negli ultimi decenni vivono cambiamenti importanti. Sergio Leonardi è giudice e delegato ENCI per le prove di lavoro e ci dà una panoramica: „Le razze Svizzere, come del resto alcune di diversa nazionalità, stanno subendo una flessione numerica sia in Italia, ma anche nei loro paesi di Origine. Un calo delle iscrizioni a E.N.C.I. e di conseguenza delle nascite, porta a fare le seguenti valutazioni. La prima cosa da mettere in risalto è la variazione numerica della popolazione dei cacciatori italiani e di conseguenza dei cinofili. I dati Istat sulle licenze di caccia dicono che nel |
Segugi Svittesi di Paola Tarantola Riva |
1980 le persone che hanno ottenuto la licenza sono state 1.701.853, mentre nell’anno venatorio 2017 il numero è sceso a 477.330. Un calo numerico dei cacciatori importante. Ogni anno per vari motivi si sono perse circa 33.100 unità, e indubbiamente c’è stata una diminuzione di utenza nella cinofilia in generale. Altro dato importante, a mio avviso è l’applicazione di una norma della legge 157/92, che creava gli Ambiti Territoriali di Caccia (detti ATC), e, di fatto, vincola il cacciatore al proprio territorio, lasciando a Regione e Provincia le applicazioni opportune. Le ATC assegnano a ogni squadra iscritta un determinato territorio ben circoscritto per esercitare la caccia al cinghiale. Per la lepre è possibile in tutti i terreni, fatta eccezione le zone di divieto. In Italia da molti anni, la caccia al cinghiale con il segugio è diventata una delle forme principali di attività venatoria e cinofila, dovuto all’aumento di questo selvatico, che si è distribuito in tutta la penisola e isole. Per la lepre l’attività è più praticata in alcune Provincie e una forte tradizione e uso del Segugio Italiano. Le squadre che cacciano il cinghiale conoscono i luoghi delle rimesse, seppur in un terreno grande di ettari, i cani conoscono a memoria dove andare per scovare il selvatico, talvolta bastano pochi soggetti per portare a frutto la giornata. Le razze Svizzere come altre che cacciano in muta, in questa situazione non hanno più una logica economica di averle, basta che alcuni canai abbiano dei soggetti. Purtroppo così si ha un degrado della cinofilia, le mute che tanto ci gratificano e danno un senso cinofilo alla battuta si sono perse, salvo alcuni casi, dove si apprezza ancora un lavoro di equipe. Altri cani hanno avuto la supremazia in questa forma di caccia, non per bravura ma per praticità, gli esempi sono molteplici e non voglio dilungarmi.“ |
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Sopra: Segugi Svittesi di Paola Tarantola Riva.
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Qui bisogna porre una domanda essenziale. I segugi svizzeri, in patria, sono selezionati espressamente per il lavoro a singolo. In fatti, tutte le prove di lavoro giudicano le qualità del soggetto che caccia da solo. Allora, perché, se le mute sono superflue, non si utilizza il cane svizzero in maniera tradizionale, vale a dire a singolo? Tant’è vero che gli estimatori della razza in Svizzera sono sempre un po’ sconcertati a sentire dire in Italia che i segugi svizzeri potrebbero „anche“ essere impiegati al di fuori della muta. Spiega Sergio Leonardi: „I segugi svizzeri, in patria, sono selezionati espressamente per il lavoro a singolo, ma no sul cinghiale, questo il motivo di utilizzo di razze che hanno più spiccate doti singolarmente.“ Prove di lavoro ed expo servono a valutare lo stato di una razza sotto aspetti ben definiti, ma inoltre fanno sì che la razza riceve „pubblicità“, perché vedendo i cani in prima persona, meglio ancora in azione, stuzzica la curiosità, l’interesse del visitatore casuale che in seguito, magari, prende in considerazione l’acquisto di un cucciolo della razza che lo ha impressionato in expo o prova. Secondo Fabio Pasqui, in questo ambito, purtroppo, ci sono parecchi problemi da superare: „La nota secondo me più dolente riguardano ancora le nostre expo sia nazionali che internazionali. Ci sono pochi, pochissimi soggetti presenti sul ring. La diffusione e conoscenza non ancora a livelli alti di queste razze ne limita a mio parere spesso la sicurezza nel dare giudizi il più obiettivi possibile causando spesso ad ogni expo valutazioni diverse e contrastanti. La mia non vuole essere una polemica ma l’esortazione ad una specializzazione sempre più completa verso queste razze e sono sicuro che la tendenza spero ancora in aumento di soggetti sproneranno sempre di più allevatori ed appassionati a partecipare a tali manifestazioni. Questo il mio umile parere ma dettato da una passione veramente forte che mi spinge ad amare la razza che allevo contribuendo spero ad una diffusione e ad una conoscenza sempre maggiore di questi meravigliosi cani, i Segugi del Giura.“ |
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Profilo di un Segugio del Giura. |
Profilo di un Segugio Svittese. Foto di Paola Tarantola Riva. |
Fabio Romagnoli, concorda con Pasqui: „Per quanto mi risulta dalle conoscenze in Italia ce ne sono molti di questa razza specialmente in |
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Sopra: Fabio Pasqui. |
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Testo (c) 2020 |
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