I Segugi Svizzeri La Svizzera è presente nella classificazione della F.C.I. (Federazione Cinologica Internazionale) al gruppo 6° sezione 1A – Segugi, con i soggetti: Segugi di taglia media e di piccola taglia a pelo raso e duro. |
Segugio Bernese. Foto: Torsten Keller |
Segugio Lucernese, (Luzerner Laufhund) con manto tendente al blu risultato questo da un insieme di peli bianchi e neri che lo rendono maculato, e macchie nere in groppa, sella e testa, chiazze di marrone – fulvo variante da chiaro a scuro sopra gli occhi e guance, sul petto.
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Segugio Lucernese. Foto: Torsten Keller |
Segugio Svizzero, (Schwyzer Laufhund) propriamente detto, ma anche Segugio Svittese, il manto è bianco candido con macchie fulvo arancio su groppa, testa e sella interessando anche parte della coda.
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Segugio Svittese. Foto: Sergio Leonardi |
Segugio Bruno del Giura, (Jura Laufhund) manto variante da fulvo a nero; o nero con chiazze fulve sopra gli occhi, sulle guance, sulle gambe talvolta una piccola macchia sul petto anche maculata.
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Segugio del Giura tipo Bruno; anche nella foto di titolo. Foto: Torsten Keller |
Il Segugio del Giura tipo Saint-Hubert si differenzia dal Bruno per le caratteristiche somatiche principalmente della testa, e aggiungo che in alcuni soggetti differisce anche nella voce perché ululante con evidenti inflazioni genetiche che lasciano pensare a immissione, nel tempo, di altre linee di sangue.
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Segugio del Giura tipo Saint-Hubert. Foto: Sergio Leonardi |
Le origini, come tutte e per tutte le razze non sono mai così ben definite, quello che è stato trasmesso dalla storia distingue i quattro tipi, Bernese, Lucernese, Svizzero, e il Bruno, come discendenti di cani molto antichi, molto simili tra loro per caratteristiche escluso il mantello, mentre per il Giura di Saint-Hubert la sua discendenza è supposto sia direttamente dal cane di S. Uberto, così chiamato perché allevato dai monaci dell’omonimo Santuario. |
Il Segugio del Giura - la cerca. Foto: Sergio Leonardi. |
Certamente nei secoli in cui gli svizzeri, mercenari assoldati dal Re di Francia nel 1400, fecero ritorno in patria portando soggetti francesi, questi influenzarono i cani locali esistenti, sono così spiegate le varie somiglianze con i Gascogne, i Porcelaine. Nelle generazioni future sono stati selezionati dagli stessi soggetti cani, di piccola taglia sempre più bassi allo scopo di adattarli al territorio montano dove meglio potersi muovere con minor altezza, fissata poi in 30 - 38 cm al garrese.
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Bernesi. Foto: Torsten Keller |
Le mie esperienze con “gli Svizzeri” sono state varie, per averli visti lavorare e giudicati in prove di lavoro, così come in occasioni di battute di caccia al cinghiale. Purtroppo la mia conoscenza non si è estesa alla lepre, neppure ai soggetti di taglia piccola. In particolare ho avuto modo di apprezzare il lavoro degli Svizzeri propriamente detti, cioè gli Svittesi bianco/arancio e il Giura nelle due versioni, Bruno e S. Ubert.
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Segugi Svittesi con cinghiale abbattuto. Foto: Sergio Leonardi. |
In Italia non sono molti gli allevatori della razza, l’ENCI ha pubblicato le nascite dell’anno 2008, e il numero di soggetti Svizzeri è stato di 163 unità, un numero assai limitato, se visto nell’insieme di altre razze: Beagle 1885, Ariegeois 630, i più numerosi tra gli “stranieri", mentre tra gli Italiani i numeri sono Segugio Italiano Pelo raso 4500, P. F. 1740. Segugio Maremmano 6618. Questa la statistica dei numeri.
La mia prima esperienza con gli Svizzeri bianco arancio è stata fatta con i cani di Rino. Rino Riva è nato, nel comune di Corniglio, Alta Val Parma e risiede a Langhirano con la moglie Paola anch’essa esperta cacciatrice e cinofila, assieme accudiscono ai cani e gli addestramenti, sono una parte importante della loro squadra di caccia al cinghiale. |
Rino Riva con alcuni suoi segugi svizzeri. Foto: Sergio Leonardi. |
Ho conosciuto i coniugi Riva in gare cinofile ed ho apprezzato i suoi cani ma ancora di più, cosa rappresentano per loro, l’amore che nutrono per la loro razza, che alleva esattamente dal 1972.
Rino con orgoglio dice “ andai con un amico in Svizzera e acquistai due segugi Bianco/Arancio, li portammo a casa e appena possibile, sciolti in bosco, capii di aver trovato quello che cercavo, in seguito acquistai altri sei cani da allevatori Svizzeri, avendo cura che non fossero consanguinei e da questi ho riprodotto soggetti, alcuni dei quali validi morfologicamente e bravi cacciatori, ottenendo consensi sia in esposizione come in prove di lavoro. Credo di essere stato il primo in Italia a importare e allevare questa razza “ continua con modestia, “ in questo periodo ho venti cani ma in passato sono arrivato ad averne anche trentacinque, ed ho fatto punto di riferimento per altri allevatori Nazionali. Pensi che ho contribuito ha ripristinare una linea di sangue che gli Svizzeri avevano perduto, infatti, il signor Luca Zorzani allevatore Svizzero e Giudice e venuto a trovarmi per fare una cucciolata con un mio soggetto che dai certificati risultava avere avi di suo interesse.”. |
Paola Riva con la sua cagna preferita. Foto: Sergio Leonardi. |
Avendoli veduti lavorare devo dire: sono cani che non presentano grosse difficoltà poiché docili ubbidienti, hanno doti venatorie nel suo DNA, una piacevole voce, sono tracciatori, è certo che così come tutte le razze hanno bisogno della mano dell’uomo per ottenere un lavoro apprezzabile, comunque il difficile è, essendo una razza poco numerosa e diffusa, riuscire a fare degli accoppiamenti con soggetti che si distinguono, nei grandi numeri c’è più possibilità di selezione. Cani che lavorano bene in muta, ma devono essere selezionati e dressati perché possano adattarsi a riconoscere un loro capo, chi conduce, e al quale si dà credito, in mancanza di questo avviene che le azioni si svolgano singolarmente e irrimediabilmente non si ha più un lavoro di muta.
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Segugi del Giura in seguita al cinghiale. Foto: Sergio Leonardi. |
Questo citato è un fenomeno molto comune a tante razze, dove ogni cane tende a interpretare il lavoro in proprio, ma alcune razze hanno uno spiccato senso dell’insieme, cercano di avere tra loro una maggiore collaborazione. Essendo di taglia media sono portati a esprimersi meglio in terreni e boschi prevalentemente puliti dove il sottobosco permetta loro di esprimere la potenza muscolare, sono bravi abbaiatori a fermo (per il cinghiale) e nella seguita dimostrano coraggio quando il selvatico è in difesa e proseguono l’azione fino al suo epilogo.
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Fabio Romagnoli con i suoi segugi del Giura. Foto: Sergio Leonardi. |
Il Giura, l’altra varietà degli svizzeri, in Italia vanta un numero maggiore di soggetti e di conseguenza di persone che si avvalgono del suo lavoro. Uno tra i maggiori allevatori è Fabio Romagnoli abita in Toscana in Provincia di Siena a Colle Val D’elsa, da anni si è dedicato all’allevamento di questa e anche altre razze Francesi, ed è stato lui che ha divulgato e fatto conoscere le doti dei due soggetti di tipo Bruno e S. Ubert, anche se credo che alcuni ritengano trattarsi dello stesso cane.
Ho assistito a varie prove di lavoro, e in particolare a un raduno di caccia che Fabio ha fatto tra possessori, di giura, circa quaranta cani che sciolti in una grande estensione di terreno, si sono prodigati nella cerca. logicamente dividendosi spontaneamente in gruppi, ma producendo buone azioni di caccia, esibendosi in eccellenti abbai a fermo, dove le due varietà si distinguevano per la caratteristica voce ululante del S.Uberto, dando adito (tra i proprietari ) a valutazioni di parte, indicando questi migliori degli altri e viceversa. Il loro lavoro dimostrava e affermava quanto detto in merito dei numeri, qua si denotava una maggiore compattezza dei vari gruppi formatisi, segno evidente della possibilità di avere potuto fare una selezione. |
Gruppo di segugi del Giura. Foto: Sergio Leonardi. |
Volendo fare un confronto sul metodo di lavoro, per quanto e dato di conoscere per la mia esperienza, devo dire che in questi ultimi ho riscontrato più determinazione, anche se poi le doti sono le stesse a loro comuni.
Volendo terminare in questa mia riflessione su gli Svizzeri, posso dire, molto onestamente, che sono cani di gran pregio, belli nell’aspetto esteriore, ben costruiti, con manto che si differenzia nei quattro tipi, ma che nessuno eccelle sull’altro, fatto salvo una pura simpatia di parte. Sono ottimi cacciatori che interpretano le azioni di caccia positivamente in conformità del suo patrimonio genetico, e culturale del suo allevatore. |
Bernese. Foto: Torsten Keller |
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