Razze: ritratti Razze: esperienze Segugi & cani per pista di sangue Addestramento Allevamento Buono
a sapersi Gli autori Fotoalbum Libri & DVD Links Contatto Copyright |
Il Setter Irlandese Nonostante sia celebrato più per la sua bellezza che per le sue comunque grandi doti venatorie l’Irish, stante il suo temperamento eccezionale e la grande passione per la caccia, può ben rappresentare l’ausiliare ideale per ogni cacciatore. |
|
Infatti, a questo proposito, ecco quello che ebbe a scrivere nel libro “I Setters”, edito nel 1974 dalla S.I.S., l’allora Presidente Fabio Cajelli:
“Nel 1800 i cinofili d’oltre Manica non erano d’accordo sul colore del mantello. In origine era a macchie bianche diffuse in tutto il corpo e con il nero alle punte dei peli. Alcuni allevatori, compreso Lawerack, asserivano che questa particolarità era il sigillo di purezza, ma la maggioranza degli allevatori irlandesi era di parere contrario e la discordanza di opinioni si protrasse a lungo… omissis… Lo stesso Lawerack, ammiratore di questa razza, si recò più volte in Irlanda in cerca di soggetti per migliorare i suoi Setter Inglesi in decadenza per l’esagerata consanguineità e, in tali occasioni, accusò apertamente gli irlandesi di aver trascurato per negligenza la loro razza. Purcell Llewellin, da quel grande allevatore che era, ebbe buon fiuto e ottenne dal sangue irlandese ottimi risultati, e pure il duca di Gordon ricorse ad esso per aumentare la passione per la caccia e alleggerire la costruzione dei suoi cani. Fu lui, il più discusso dei cani da ferma, a elargire generosamente la sua infinita passione (la dote primaria per un cane da caccia), la sua resistenza alla fatica; e la sua forza di trasmissione si può constatare ancora oggi, riscontrando in molte cucciolate di Setter, particolarmente in quelle dei Gordon, il segno inconfondibile del suo mantello rosso”. |
Rossoferrari Trilly, di Monica Baranzini. (Foto: Luca Colombo) |
Va sottolineato inoltre come, in origine, il mantello del Setter Irlandese fosse in realtà rosso-bianco; anche se il rosso era il colore predominante, seppure con percentuali diverse da soggetto a soggetto. Con il passare del tempo, tuttavia, poiché il rosso unicolore piaceva di più fu quest’ultimo ad imporsi definitivamente, anche se il gene del bianco appare ancora oggi in alcune macchie collocate principalmente sul petto o alla punta delle zampe. E per dovere di cronaca va detto altresì che agli inizi del nuovo millennio, grazie all’opera di alcuni allevatori che ne hanno effettuato il recupero, la varietà rosso-bianca è stata ufficialmente riconosciuta come vera e propria razza a parte.
Ma tornando a parlare del cugino “rosso” che rimane il più conosciuto, va sicuramente evidenziato come alla sua diffusione tra i cacciatori abbia certamente nuociuto la mancanza di un grande allevatore, ovvero di una figura carismatica paragonabile a Lawerack, a Llewellin o al duca di Gordon; non fosse altro perché ciò ha, di fatto, permesso che ognuno si arrogasse il diritto di parlare di questo cane senza conoscerlo veramente a fondo. |
Tipica ferma di Rossoferrari Engy. (Foto: Giuliano Mondadori). |
In Italia il Setter Irlandese venne introdotto negli anni a cavallo tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento e si adattò con facilità alla diversa realtà ambientale, incontrando il favore di molti cinofili di allora. Tanto che furono parecchi i soggetti che s’imposero nelle gare su quaglie liberate, che poi erano le uniche che si disputavano nel nostro Paese a quel tempo. Ma poiché la nostra è pur sempre la patria degli eredi del Rinascimento (geneticamente dotati di senso artistico) lo smagliante Setter Irlandese attirò ben presto anche le attenzioni dei non cacciatori; e fu proprio quello a segnare l’inizio di tutte le dicerie che accompagnano ingiustamente ancor oggi questo grande cane.
|
Per dettagli cliccate sulla foto. |