Lupi – sulla situazione in Italia e in Germania
di Sabine Middelhaufe
Lupo e selvaggina
Abbiamo parlato di cani mangiati dai lupi, di pecore predate, ma questo non deve ingannarci sul fatto che la preda principale del lupo sono gli ungulati selvatici.
Un lupo adulto ha bisogno di 3-4 kg di carne al giorno; calcolato per un'anno significa circa 60 capriolo o 16 cervi.
Per un branco di 5 individui in un territorio di circa 200 metri quadrati il fabbisogno di carne è di 1,5 caprioli o 0,3 cervi per ettaro.
Grazie allo studio dell'Istituto di ricerca Senckenberg si conosce la composizione precisa della dieta dei lupi in Germania:
52,7% capriolo, 17,6% cinghiale, 15,1 % cervo, 6,3% daino, 3,5% lepre, 2,4% cervidi non speficati, 1,1% bestiame, 0,7% mammiferi medi e piccoli, 0,5% muflone, 0,1% pesce, uccelli selvatici, mammiferi non specificati e frutta.
Con questa pluricitata ricerca c'è un problema però: i campioni su cui si basa furono raccolti nei primi anni 2000 in Sassonia e nella Polonia occidentale quando la popolazione di lupi era ancora piccola e situata in aree con pochi allevamenti di bestiame al pascolo. La rivista Jäger, sei mesi fa, ha espresso l'ipotesi che se lo stesso studio venisse eseguito oggi e in una zona con greggi nelle pasture il risultato sarebbe molto diverso. |
Zoccolo di capriolo nelle feci di lupo. Foto e foto di titolo: Middelhaufe
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Come sono i rispettivi dati della composizione della dieta dei lupi in Italia?
Fra il 2008 e il 2013 in uno studio scientifico si analizzò 1457 campioni di feci di lupi in Liguria e si scoprì che il predatori si nutrì per 64,4% di ungulati, prevalentemente cinghiale e capriolo, e per 26,3% di bestiame, soprattutto di capre. La composizione della dieta variava negli anni e nelle stagioni, ma si notava la riduzione generale della quota percentuale di bestiame e l'aumento di ungulati. Inoltre si scoprì che a differenza dei branchi stabili, i singoli lupi vaganti sceglievano più spesso il bestiame come preda. Da ciò si concluse che favoreggiando la formazione di branchi e di una notevole populazione di caprioli, in un territorio con una buona parte di boschi di latifoglie si potrebbe ridurre le perdite di bestiame. |
Più caprioli = meno predazioni ai greggi? Foto: Middelhaufe
Quanta influenza hanno veramente i lupi sulle popolazioni degli ungulati? Foto: Middelhaufe
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Per il cacciatore il lupo può facilmente sembrare un concorrente. Ciò che qualche cacciatore un po' troppo pessimista teme per il prossimo futuro e che qualche animalista un po' troppo sognatore speri, è che la diffusione sempre più ampia del lupo, a lungo andare, renda la caccia superflua. Una teoria cospiratoria forse anche alimentata dal forte movimento anti-caccia in Italia.
In Germania la prendono più tranquilla. Scrive la rivista Jäger:
„Una popolazione lupina che potrebbe ridurre le nostre popolazioni di ungulati a livello sostenibile dovrebbe essere talmente grande che come risultato non sarebbe più possibile nè l'allevamento del bestiame nè la passeggiata col cagnolino.“
In altre parole: il lupo non sostituirà mai il cacciatore umano. C'è da dire però, e su questo punto le osservazioni dei cacciatori a nord e a sud delle Alpi combaciano, che la selvaggina per istinto fa di tutto per evitare i suoi nemici naturali. Gli effetti del comportamento a scanso di predatori sono, per esempio, le formazioni di grandi gruppi, lo spostamento delle zone di riposo in luoghi più sicuri e la permanenza in o vicino alle aree di colture agricole e forestali – con prevedibili danni per l'agricoltura e silvicoltura.
Segue: Lupo e uomo
(c) testo luglio 2019
Fonti:
https://www.nrw-wolf.de/nahrung-des-wolfes/
https://www.jaegermagazin.de/jagd-aktuell/woelfe-in-deutschland/10-maerchen-zum-thema-wolf-im-faktencheck/
https://www.wolfsinfozentrum.de/nahrung-bedeutung-1.html
https://www.wolf-sachsen.de/de/wolfsmanagement-in-sn/monitoring-und-forschung/nahrungsanalyse
https://www.waldwissen.net/wald/wild/management/sbs_nahrung_wolf/sbs_nahrung_wolf_originalartikel.pdf
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Lupi – sulla situazione in Italia e in Germania
di Sabine Middelhaufe
Lupo e uomo
Il rinomato giornale Zeit ha dedicato un lungo articolo all'argomento lupi e constata:
„E' illuminante vedere come la retorica degli ambientalisti tedeschi si è trasformata. Un lupo non fa del male all'uomo. Per tanto tempo questa era la certezza irrefutabile. Poi si diceva: di regola il lupo è innocuo – a patto che sia sano. Poi: il lupo sano di regola è innocuo, a patto che non abbia fame. Poi: il lupo sano e non affamato che rimanga lontano dall'abitato, di regola è innocuo. E finalmente: in casi assolutamente eccezionali, quando un lupo, pur essendo sano e non affamato, dimostra un comportamento strano nel confronto delle persone, è permesso di spaventarlo per farlo scappare.“
Specialmente l'ultima frase, se fosse pronunciata al pubblico in altri Paesi con più esperienza con i lupi, desterebbe un'incredula scrollata di testa. Ma noi tedeschi amiamo la natura e gli animali, non c'è dubbio. Il ritorno del lupo in Germania e soprattutto la nascita del primo cucciolo nel 2000, in Sassonia, fu festeggiato come „grande successo per la protezione dell'ambiente“.
Il lupo, nel frattempo, sembra sia diventato „il figlio preferito“ delle tante associazioni tedesche, locali, regionali e nazionali, che sono state nominate (o magari si sono anche autonominate) per il compito di monitorare, proteggere, contare, analizzare, fotografare, promuovere, studiare, difendere i lupi e mantenere attraente la loro immagine pubblica.
Abbiamo esperti di lupi, studiosi di lupi, osservatori di lupi, consulenti sul lupo, centri di eccellenza sul lupo, esperti per la valutazione di predazioni dal lupo, mandatari lupo, „Wolfsversteher“, ossia „coloro che comprendono i lupi“, e tanti altri ancora la cui occupazione è quasi impossibile da tradurre in italiano.
Già più di un anno fa la Allgemeine Zeitung citò il sindaco di una città della Sassonia-Anhalt che paragonò il numero di addetti alla gestione dei lupi con le risorse umane impiegate negli asili statali dove una maestra sarebbe responsabile per 12 bambini, mentre nella sola Sassonia-Anhalt si occuperebbero intorno a 100 persone dei circa 60 lupi presenti.
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Attenzione! Zona lupi Foto: Anne Friesenborg.
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In Italia si nota un cambiamento di retorica quasi identico a quello tedesco. Dopo che in due casi accertati con il test del DNA branchi di lupi italiani puri avevano aggrediti delle persone che cercavano di difendere i propri cani verso i predatori, WolfAlp ha dovuto modificare la tesi „Il lupo non attacca l'uomo“ in questa nuova: „Il lupo attacca l'uomo in circostanze anomale e in ogni caso senza serie conseguenze".
Michele Corti la vede diversamente: „Sia nel caso di Parma che in quello di Torino (Giaveno) un lupo, quello più audace del branco, attacca l'uomo. Si tratta di una chiara escalation di pericolosità del predatore. Essa è preceduta da una serie di episodi (ormai innumerevoli) in cui i lupi prima si limitano a non fuggire in presenza dell'uomo, poi non solo restano fermi ad osservare ma iniziano ad avvicinarsi ulteriormente e a ringhiare e mostrare i denti se l'uomo accenna a una reazione. Questi episodi preludono alle prime aggressioni a vuoto (i pantaloni e le scarpe bucate sono espressione non della non pericolosità intrinseca ma della necessità del lupo di "fare esperienza" sulla preda umana). Dopo ci sono le aggressioni che conducono a ferite leggere, in ultimo le aggressioni con uccisione della vittima umana.“
A questo punto vale la pena dare un'occhiata ad un documento interessantissimo del titolo:
CONVENTION ON THE CONSERVATION OF EUROPEAN WILDLIFE AND NATURAL HABITATS
Group of Experts on Conservation of Large Carnivores
Oslo, 22-24 June 2000
Action Plan for the conservation of the wolves (Canis lupus) in Europe
This Action Plan was funded by WWF-International with a grant from WWF-Netherlands to the Istituto di Ecologia Applicata in Rome. Document established by Mr Luigi Boitani (Italy).
Là si legge al paragrafo
4.3. Influencing European policy on wolves (per estratto):
„(...) Political lobbying must be linked with good promotional campaigns. This can achieve a change in public attitude and could include the use of a professional PR agency. Through a change in public perception, it becomes easier to influence the politicians, but political lobbying must be directed at state governments and EU civil servants. To add effectiveness, this lobbying must be integrated and regular in its approach. Through the provision of information to NGO’s, political lobbying can be enhanced and more widespread.
4.11. Education and information (per estratto)
(...) It will be especially important to not only try to change opinions in urban areas, but also to make efforts to educate the people in rural areas about the role of wolves (or big predators in general) in ecosystems. (...) A good educational campaign should be prepared and conducted by going through the following steps:
a. Start: At the beginning we must find a lead agency, group or person, who raises the funding for all the other necessary steps following.
b. Baseline data: We then need to identify target groups, their existing knowledge levels and
attitudes, as well as assess the current educational information. Target groups could be:
children, city people, local people, shepherds, hunters, elected officials, etc.
(...)
d. Design new efforts: Knowing who needs what kind of information, we now can define the goals of future educational campaigns and design new messages targeted by group.
e. Implementation: In order to have a good chance of success we then should try to identify individuals within the different target groups to deliver the messages. Here we should always keep in mind that content and vehicle need to be specific.
f. Monitoring: Attitudes and beliefs of the target groups as well as the goals of the campaign have to be reassessed in a continual process. In other words, after running an educational campaign for some time we have to go back to step “b” and start the process over again. At the end we should gain “different informed publics”. This will be one of the best and most effective way to manage and protect the wolf and other big predators as well.
4.11.1. Informing the media and asking to report in favour of the wolf
The goal is to inform the media and keep them informed about the wolf and its management. Different forms of media can be applied to deal with more complex issues. In
addition to that, a marketing plan should be developed with wolf information to keep the stream of current information going. Personal contacts with the media enable to inform them and to spread this issue in a more accurate way. It is very important to provide them with scientific information about the species and its effect on the environment as a whole. One must be aware that “honest” information will last the longest. Reference to other countries which dealt with similar problems can put forward as a representative example. But we have to bear in mind that every region asks for specific treatment and some opponents will use these differences to form ideas against any wolf management. Therefore several credible and known persons should represent the wolf case because through their knowledge and reputation, it will be a powerful tool to capture and hold the people’s support. They can be biologists, specialists or experts, but must be aware of the particularities concerning the specific area. Their communicative skills must be used in a proper way to deal with crisis situations and media tricks.“
Tradotto, l'ultimo paragrafo legge: „Informare i media e chiederli di riportare a favore del lupo. (...) Inoltre sarebbe da sviluppare un piano di marketing con informazioni sul lupo per mantenere in moto l'attuale flusso d'informazione. (...) Per cui vari personaggi credibili e noti dovrebbero difendere il caso del lupo, perché per via delle loro conoscienze e la loro reputazione diventerà un forte strumento per vincere e mantenere il sostegno della gente. (...) Le loro abilità comunicative sono da utilizzare in maniera adatta per fare fronte a situazioni di crisi e dei trucchi dei media.“
Da contemporaneo di buona fede uno si sente piuttosto ingannato quando ci si accorge che il ritorno del lupo è stato, ed è fino ad oggi, inoltre un enorme e ben concepita campagna pubblicitaria e che le foto che addobbano servizi giornalistici e homepage sul lupo non dimostrano per caso dei lupetti bellini, dei cuccioloni esteticamente attraenti e degli adulti „nobili“ che non possono non creare nell'osservatore un senso di rispetto, affetto e un brivido piacevole. Se si guardano i sondaggi si capisce che la copertura mediatica favorevole al lupo ha ancora sufficiente successo. |
Lupo in Val di Nizza (PV). Foto per gentile concessione di Laura Zanocco.
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Nell'aprile 2018 è stato pubblicato il risultato di un sondaggio rappresentativo dell'istituto Forsa che per conto della NABU (Lega per la protezione della natura) aveva chiesto 2009 persone oltre i 18 anni come valuterebbero la presenza dei lupi in Germania.
Il 79% dei rispondenti tedeschi si è dichiarato lieto che il lupo faccia nuovamente parte della natura nel Paese.
Il 55% associa sentimenti positivi col lupo, solo il 12% ha sensazioni negative.
Il 78% è dell'opinione che il lupo dovrebbe poter vivere nel Paese anche se, a volte, dovesse creare dei problemi.
Nell'alta accettanza del lupo non c'è nessuna differenza fra i rispondenti dall'ambiente urbano e dalla campagna, commentò contentissima la NABU.
Ma il sondaggio non finiva lì.
Il 47% degli intervistati (quasi uno su due) riteneva che il ritorno del lupo comporti dei rischi.
Il 30% avrebbe paura di andare nel bosco in zone con presenza di lupi.
Il 64% auspica, se necessario, l'uccisione di individui che creino problemi. Di questa opzione la NABU e altre associazioni di animalisti e ambientalisti non la vogliono nemmeno sentire.
Non è neanche una grande sorpresa che rispondenti giovani siano più a favore del lupo che le persone più anziane, e che quelli che devono convivere con i lupi, come in Sassonia e Bassa-Sassonia, vedono il discorso diversamente dagli intervistati che di lupi sanno prevalentemente dalla tv, da youtube e dai social media.
Infatti, il 79% dei rispondenti dalla Sassonia è d'accordo di uccidere un lupo in caso di necessità.
In Bassa-Sassonia il 61% prevede rischi causati dai lupi.
Quindi, una netta maggioranza di intervistati è ben contenta che il lupo giri nelle foreste tedesche, ma quasi la metà è anche consapevole dei rischi e circa un terzo non vorrebbe incontrarlo personalmente.
E con ciò diventa ovvio un aspetto importante nella discussione sul lupo: tanta gente ragiona e giudica dalla posizione sicura del non-colpito, del teorico. Basta leggere, sotto gli articoli sui lupi, i commenti dei lettori per riconoscere che spesso sono basati su un romaticismo infantile per la natura, o sulla nostalgia personale di un mondo da favola puro o anche su una profonda insoddisfazione con la vita e una negazione della realtà che fanno sì che il commentatore può elevare il lupo „nobile“ al ruolo del vendicatore da parte della natura che punisce la cattiva civilizzazione.
Il lupo diventa così per certe persone la superficie di proiezione per la ricerca del senso della propria vita.
E' facilmente comprensibile che qualcuno che non tiene degli animali potenzialmente a rischio, che non vuole fare quotidianamente la passeggiata in campagna col cane, che non ha figli piccoli che vogliono giocare anche al margine del paese o dentro nel bosco, che addirittura non vive nemmeno in una zona lupi, è entusiasta della presenza ed espansione dei lupi. Lo stesso vale per quelli che eccezionalmente avvistano per caso un lupo e ora possono condividere le foto mille volte su internet; loro non sono realmente colpiti dai lupi, loro sono soltanto ammiratori dei lupi e come gli idoli umani anche quelli animali per i loro fan sono privi di difetti. E' ovvio che chi invece subisce i danni, i problemi, le paure, le restrizioni non condivide l'atteggiamento irreale e quasi mistico dei „gregari“ dei lupologi.
Nel corso degli ultimi due decenni non è cambiata soltanto la retorica sulla possibile pericolosità del lupo, come sopra citato da Zeit, ma anche su altre „certezze irrefutabili“ che hanno fortemente influenzato l'immagine pubblica del predatore in Germania.
Ad esempio, che il lupo non uccida più prede che necessario per la sua sopravvivenza. Falso. Il cosidetto „surplus killing“ è ben documentato nel lupo.
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Pecore uccise da un lupo.
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La tesi originaria che il lupo sia naturalmente timoroso verso l'uomo e non si avvicini a paesi e case è ormai stato confutato tantissime volte. C'è su internet una marea di video dalla Germania che mostrano lupi sui marciapiedi, davanti ai giardini, a fianco di macchine.
Nella maggior parte dei casi saranno semplicemente cuccioloni curiosi che esplorano il mondo senza intenzioni sinistre qualsiasi, o dei soggetti che qualche bipede per malconcepito amore per gli animali aveva dato da mangiare per un certo periodo.
Comunque sia, i lupi non stanno tutti da bravi in mezzo al bosco, e più capiscono che l'uomo non è un pericolo, meno motivo hanno di non farci visita.
Una ulteriore tesi rassicurante, per un popolo che per generazioni ha dovuto subìre il terrore con la favola di Cappuccetto Rosso, era che i lupi in realtà non mangiavano le persone.
L'uomo non sta certamente in cima al suo menu e la probabiltà, in Germania, di finire come cena ai lupi è talmente bassa da considerarsi zero. Se si dicesse così, tutto bene. Ma affermare che il lupo disdegni la carne umana è semplicemente scorretto.
Per citare ancora Jäger: „Dopo la caduta dell'aereo della Germanwings nelle Alpi francesi, di notte dei poliziotti furono appostati là per proteggere i resti umani dai lupi. In India, ancora oggi, vengono predati annualmente dozzine di bambini dai lupi, e recentemente simili notizie dall'Israele hanno fatto scalpore. Inoltre, una turista inglese, in Grecia, è stata vittima dei lupi.“
In Francia, lo storico Jean Marc Moriceau dell'università di Cean, insieme con i suoi collaboratori, ha studiato dettagliatamente la problematica degli attacchi di lupi alle persone negli ultimi 250 anni, cercando negli archivi in tutto il territorio nazionale dei relativi riferimenti e analizzando gli indizi. Nel 2016 disse in un intervista (per estratto): „Ci sono due tipi di attacchi: quelli predatori a donne e bambini che pascolavono il bestiame e quelli di lupi idrofobi che attaccavano qualsiasi persona. (...) Specialmente alla fine del 17° secolo, quando Charles Perrault scrisse la storia „Il Cappuccetto Rosso“, che solo 100 anni più tardi, fu adottato dai fratelli Grimm. Che Perrault pubblicò questa storia nel 1695 non era una coincidenza, (...) si sapeva che allora oltre mille, duemila bambini furono attaccati annualmente in cinque o sei Regioni della Francia. (...) La ricerca mostra effettivamente che per il periodo fra la fine del Medioevo e l'inizio del 19° secolo c'erano già documentazioni su fino a 9.000 vittime di lupi. (...) queste vittime, distribuite per 250 anni, realmente rappresentano solo la punta dell'iceberg. (...) Dalle fonti sappiamo che per causa del lupo c'erano feriti in numero uguale ai morti. (...)“
Domanda dell'intervistatore Bruno Lecomte: „Oggi esiste il pericolo di attacchi dei lupi alle persone?“
Jean Marc Moriceau: „Non sono da escludere, ma assai improbabili in Europa, perché oggi le condizioni di vita sono molto diverse da quelle fino al 19° secolo.“
Il ragionamento di Moriceau merita una riflessione, perché secondo lui l'improbabilità di un attacco non si spiega dal modificato comportamento del lupo, ma dal cambiamento del nostro stile di vita: in passato, la maggior parte della popolazione viveva e lavorava nelle campagne e i bambini non passavano il giorno all'asilo e a scuola, ma furono utilizzati per lavoretti che a sei, sette anni d'età erano in grado fare. Soprattutto pascolare il bestiame nelle zone di montagna e nei boschi. Senza smartphone, senza lo spray al peperoncino dovevano cavarsela da soli e prendersi la responsabilità per gli animali che garantivano la sopravvivenza della famiglia. Quindi non è sorprendente che nell'Europa di una volta e in altre parte del mondo ancora oggi, siano soprattutto i bambini che furono e vengono attaccati e mangiati dai lupi. Nell'India meridionale, per esempio, nei primi anni 1980, un branco di lupi attaccò 21 bambini, uccidendone nove. Nell'arco di sei mesi nel 1981 un branco nell'India del nord attaccò 26 bambini piccoli uccidendo 13 di loro.
„Beh, perché oggi non si prende più in considerazione possibili attacchi dei lupi alla gente?“ si chiede Moriceau e si rispnde: “Si vede che un certo numero di ecologi che sostengono e difendono la reintroduzione del lupo non desiderano la diffusione di troppe informazioni. Per non mettere a rischio la reintroduzione del lupo vogliono evitare che il pubblico si preoccupi. Questo porta alla creazione di una legge del silenzio per negare ed annebbiare certe informazioni. E questo restringe gli storici che vogliono la libertà di trovare e di esprimere la verità senza esagerare. Quindi non si tratta di annunciare ad alta voce per il periodo attuale che il lupo sia un animale pericoloso. Voglio solo dire che sotto determinate circostanze attacchi dei lupi alle persone non sono da escludere.“ |
Lupo in Val di Nizza (PV). Foto per gentile concessione di Laura Zanocco.
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Gli storici Mario Comincini, Luigi Cagnolaro, Adriano Martinoli e Aldo Oriani, negli anni 80, hanno anche loro ricercato negli archivi italiani i casi documentati di aggressioni di lupi verso le persone, raccogliendo un notevole (pur non completo) elenco di 440 attacchi verificatosi al nord d'Italia nel XV al XIX secolo. Per 202 degli eventi trovarono informazioni dettagliate secondo cui nelle vittime si trattava di 2 bimbi nella primissima infanzia, 6 bimbi e 1 bimba fra 3 e 5 anni d'età, 27 ragazzi e 14 ragazze di 6-10 anni, 46 bambini e 11 bambine la cui età non era riportata nei documenti, 22 maschi e 14 femmine fra 11 e 15 anni, 2 teenager fra 16 e 20 anni, 3 uomini e 2 donne da 21 a 40 anni, 12 uomini e 40 donne senza età indicata nelle registrazioni scritte all'epoca.
Per 119 dei 440 casi ricercati gli storici scoprirono anche che gli attacchi dei lupi nei pascoli riguardavano 57 bambini e solo 9 adulti, mentre attacchi vicini alle case riguardavano 38 adulti e „solo“ 15 bambini. E' interessante notare che i confronti ai dintorni delle abitazioni furono iniziati prevalentemente da qualche lupo malato di rabbia, che di conseguenza fu più spesso affrontato da degli adulti.
Non meno interessante è la scoperta, quando i lupi attaccavano. In rapporto a un totale di 377 eventi si trova la seguente distribuzione nell'arco dell'anno: gennaio 17 attacchi, febbraio 22, marzo 18, aprile 27, maggio 24, giugno 69, luglio 99, agosto 31, settembre 17, ottobre 14, novembre 28, dicembre 11; per 63 eventi negli archivi mancava la data.
Sul picco nel periodo giugno-luglio nel quale si concentra il 45% delle aggressioni, gli autori scrivono : „Questo picco stagionale è da imputare probabilmente a due cause concomitanti: la nascita dei cuccioli, e quindi una necessità maggiore di alimenti proteici, e contemporaneamente l'arrivo nelle zone di pascolo del bestiame che rappresenta una fonte di cibo facilmente accessibile e largamente disponibile.“
Mario Comincini ed i suoi colleghi scoprirono alcuni dettagli agghiaccianti nei documenti; questa parte dell'indagine si limita al periodo fra il 1801 e il 1825 e riguarda 67 casi di morte per via di attacchi dei lupi nella Padania. Una sola vittima morì sicuramente, due altre presumibilmente come conseguenza della rabbia trasmessa dal lupo. Di regole però il predatore era in cerca di cibo: „(...) il lupo attaccava normalmente la vittima al collo o alla testa per trascinarla altrove. Se l'attacco non veniva ostacolato da estranei, il lupo "portava via" la preda, spesso ancora viva. In questi casi l'intervento di un esterno poteva ancora salvare la vittima che veniva abbandonata e non sempre risultava ferita gravemente (1812, Buronzo). In altri casi invece l'attacco del lupo causava ferite tali da provocare la morte della vittima anche se l'intervento di estranei ne impediva il "rapimento" (1813, Lenta). Le aggressioni mortali, e quelle che si concludono per l'intervento di un uomo o di una bovina (1816, Gessate) che contrastano la predazione, avvengono immancabilmente nelle località di pascolo nel periodo compreso tra la fine di maggio e la fine di settembre.“
Con almeno 58 delle 67 persone uccise si trattava di bambini e giovani; 33 di loro erano maschi, 13 femmine, per i restanti non esistono informazioni al riguardo. Secondo i documenti amministrativi circa la metà delle 58 giovani vittime furono „sbranati“ o „divorati“. Anche un uomo adulto e due teenager furono sbranati. „Nei casi in cui i resti della vittima "rapita" vengono rintracciati in breve tempo, la visita giudiziale del medico constata che sono stati divorati solo í visceri (...); in casi limite non vengono recuperati che il cranio e gli arti della vittima (...).“
Gli storici italiani concludono: „L'essere umano è fuori dal normale schema predatorio della specie: si rileva infatti che la predazione è generalmente indirizzata solo agli ungulati domestici, ma una aggressione al bestiame può incidentalmente concludersi con un attacco all’uomo. Qualora la vittima casuale dell'attacco sia un fanciullo, il predatore ne riporta una esperienza gratificante che può ingenerare un comportamento predatorio nei confronti dei bambini. La preda-fanciullo è inoltre idonea ad essere trascinata altrove ed è sufficiente ai bisogni alimentari di un piccolo gruppo familiare. Il lupo divenuto antropofago, se non viene rapidamente eliminato, può facilmente trasmettere culturalmente questo comportamento predatorio agli altri componenti del gruppo. È stato verificato che tutti i membri adulti del gruppo di lupi dell'Andhra Pradesh, responsabile delle aggressioni ai fanciulli, erano antropofagi. Il radicarsi del comportamento antropofagico può, all'interno di un gruppo, evolversi con l'elaborazione di particolari tattiche di predazione nei confronti dei fanciulli.“
Come Moriceau anche Cominicini ed i suoi co-autori hanno dimostrato che fino al XIX secolo il lupo in Europa era un animale temuto in quanto pericoloso per l'uomo e che non fu decimato per divertimento ma per paura ben giustificata. Nè Moriceau nè tanto meno gli storici italiani perorano il rinnovato sterminio di Canis lupus, ma provano in modo scientifico che dobbiamo trattare il temo lupo con ragionamento, lungimiranza e cautela. |
La camminata nella natura col cane può è pericolosa? Foto: Wecker
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Valerius Geist, professore emerito dell'università canadese di Calgary, nel 2007 scrisse nel contesto del suo saggio „Quando i lupi diventano pericolosi per l'uomo?“ qualcosa simile:
„I was asked By Kenton’s parents to look into the matter, as a fairly clear-cut case of wolf-predation was obfuscated by public claims that not wolves, but a black bear had done it. [Nota: alla fine del 2005 il ventiduenne Kenton Carnegie fu inseguito e assediato dai lupi e più tardi trovato morto. Il tribunale concluse nel 2007 che fu ucciso dai lupi.] The motive appears to have been to perpetuate in the public media the myth of the harmless wolf, of a predator that does not attack people. (...) It is a lethal myth unsupported by current or historical information. (...)Wolves can become exceedingly dangerous to people under the appropriate circumstances, and the tale about little Red Riding hood was based – alas – not on myth or superstitions, but on sound evidence! The inability of scientists to deal with historical scholarship is here partially to blame.“ (...) „ The politically correct view about wolves, currently vehemently and dogmatically defended, is that wolves are “harmless” and of no danger to humans. (...) It is even more ironic that, while wolf biologists stoutly denied dangers from wolves and failed to develop any understanding of the conditions under which wolves were harmless or dangerous, their counterparts studying urban coyotes did just that. They described a progression of behaviors, which predicts when coyotes would attack children. Wolves follow much the same progression. It can be divided into seven steps with increasing risk to humans, culminating with attacks on humans. Such a progression can be developed from historical material as well as from current attacks by wolves on humans in North America.“
Michele Corti dall'università di Milano ha elencato i sette passi descritti da Geist e li ha messi in relazione con la situazione attuale in Italia: |
Stadio |
Descrizione |
in Italia |
1 |
Le prede all'interno del territorio occupato dai branchi diventano scarse, sia per l'intensa predazione da parte dei lupi che dell'abbandono in massa dell'area da parte delle prede stesse. Alternativamente i lupi frequentano sempre di più le discariche, durante la notte. |
Superato |
2 |
I lupi in cerca di cibo si avvicinano alle case ma solo di notte. I cani abbaiano. Quelli da difesa delle greggi ingaggiano con i lupi abbaiando continuamente. I lupi ululano anche di giorno. |
Superato |
3 |
I lupi si fanno vedere anche di giorno e osservano a una certa distanza le persone che sono impegnate nelle loro attività. Si avvicinano alle case anche di giorno. |
Superato |
4 |
Piccoli animali domestici e d'affezione sono predati vicino alle abitazioni anche durante il giorno. I cani sono vittime preferite e vengono inseguiti sino alle verande delle case. Le persone devono difendere i cani da uno o più lupi ma questi ultimi non si focalizzano sull'uomo ma attaccano gli animali con determinazione anche se cercano di spaventare mostrando i denti e ringhiando l'uomo che difende i cani o si avvicina a una carcassa di un animale ucciso dai lupi. Gli attacchi non sono ancora decisi e spesso le persone riescono a salvare i cani. In questa fase i lupi stanno cercando di stabilire il loro territorio. |
Superato |
5 |
I lupi iniziano a "saggiare" gli animali di grossa taglia (afferrandoli per la coda, tentando di prenderli ai garretti). Si verificano i primi gravi ferimenti di bovini che devono essere soppressi. Quindi si verificano le prime uccisioni di bovini e cavalli nei pressi delle case e dei ricoveri dove cercavano di rifugiarsi. I lupi inseguono gli animali e li circondano, sin dentro le verande e iniziano a guardare dalle finestre sin dentro le case. |
Arrivati (in gran parte) |
6 |
Il lupo dirige la sua attenzione all'uomo inizialmente osservandolo da vicino per diversi minuti. Da questo punto in poi il lupo ha stabilito il suo territorio e l'uomo è diventato una preda. Inizialmente i lupi sono incerti e gli attacchi sono condotti quasi per gioco mordendo e strattonando gli abiti e mordicchiando gli arti e il torso. Si allontanano quando affontati. Difendono con decisione le prede dall'uomo andandogli incontro ringhiando a distanza di 10 m. |
Arrivati (in parte) |
7 |
I lupi attaccano l'uomo. Inizialmente l'attacco è maldestro perché il lupo non sa ancora come attaccare la nuova preda. Così spesso le vittime riescono a sfuggire. Quindi gli attacchi vanno a segno e le persone possono essere uccise. |
|
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Gli studi di Valerius Geist hanno anche verificato le circostanze che predispongono al verificarsi di attacchi da parte dei lupi.
Nuovamente Michele Corti le ha applicato all'Italia: |
la popolazione lupina è numerosa |
SI |
Il lupo è protetto de iure e de facto |
SI/NO |
vi è una diminuzione dell'abbondanza e della varietà di prede selvatiche* |
NO |
i lupi hanno la possibilità di nutrirsi comodamente di avanzi di cucina, rifiuti di discarica o possono disporre con facilità di prede domestiche (animali di allevamento e da affezione) |
SI |
la popolazione di animali domestici è poco abbondante e poco densa** |
SI/NO |
gli "esperti" sostengono che il lupo è innocuo e illudono la popolazione sull'innocuità del lupo |
SI |
i lupi si avvicinano senza conseguenze alle abitazioni, si avvicinano agli esseri umani che praticano attività ricreative e possono ferire ed uccidere gli animali domestici facendola franca; |
SI |
i lupi non vengono dissuasi dall'attaccare le persone ma vengono solo temporaneamente allontanati e le vittime vengono criticate, accusate di comportamento scorretto mentre il comportamento "anomalo" del lupo viene spiegato con qualche pretesto "scientifico" |
SI |
le persone attaccate dal lupo scappano, guardano altrove, girano la schiena al lupo, mostrano paura, insicurezza, malessere*** |
NO |
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* in generale, ma localmente i branchi hanno ridotto le popolazioni di ungulati selvatici
** anche in questo caso vi sono forti diversità locali
*** sinora sono state attaccate persone "selezionate", (cacciatori, pastori) che operano nel contesto montano e sostanzialmente ben attrezzate a reagire
Michele Corti arriva alla conclusione seguente: „Valutati gli episodi dove è certa la responsabilità di lupi puri della popolazione italica nell'aggressione a persone che difendevano i loro animali e la verifica delle condizioni di potenziale pericolosità del lupo per l'uomo, sulla base degli schemi del prof. Geist, obbligano a concludere circa la sussistenza di un imminente rischio (nei prossimi anni) di attacchi all'uomo da parte dei lupi.“ |
Per cacciatori, camminatori e bambini giocanti, nelle zone con lupi, il giro in montagna
o nei boschi potrebbe diventare più rischioso nei prossimi anni. Foto: Middelhaufe
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Questa possibilità non sembra spaventare i lupologi nei Paesi ancora (quasi) privi di lupi. Così il 9 aprile 2019 si leggeva su BBC news: „Occasionali avvistamenti di lupi in Olanda c'erano sin dal 2015. Ma inizialmente si supponeva che questi individui erano venuti solo temporaneamente dalla Germania e che più tardi ritornerebbero lá. Gli ecologi dei gruppi FreeNature e Wolven in Nederland hanno inseguito due femmine nella Veluwe, raccogliendo impronte e escrementi con cui determinare il DNA. (...) i loro dati confermano che una delle femmine è rimasta continuamente per sei mesi nella regione e ora è considerata stanziale. E' stato visto anche un lupo maschio nella stessa zona e il primo branco olandese di lupi potrebbe essere lontano solo pochi mesi. (...) In Olanda Wolven in Nederland si era impegnato sin dal 2008 a preparare la popolazione olandese proprio per questo momento – il ritorno del lupo nel loro Paese. L'ecologo Roeland Vermeulen sostiene che i lupi stanziali più probabilmente mangiano caprioli e cinghiali, mentre le pecore sarebbero „come junk food“ che viene assunto dai lupi vaganti e da quelli con ancora poca esperienza di caccia. Vermeulen è dell'opinione che l'Olanda ha lo spazio per 22 branchi, ciascuno con 5-8 lupi.“
Il direttore del Parco nazionale Hoge Veluwe, dove vivono tanti mufloni che tengono a bada la vegetazione e che sono amati dai visitatori del parco, ha espresso la sua preoccupazione già nel gennaio 2019. Il direttore sostiene che la teoria, favorita da Wolven in Nederland, e che vuole che i lupi che inizialmente hanno attaccato le pecore più tardi si alimentassero di selvaggina sia nonsenso completo. „Se il lupo una volta ha assaggiato la carne di pecora non dà più la caccia al capriolo. Non sarebbe più possibile far pascolare le pecore se nella zona ci fossero i lupi e quelli non si faranno fermare dalle recinzioni. (...) Viviamo in un Paese con 17 milioni di abitanti, non nella Serengeti.“ |
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Anche in Svezia si è consapevoli del pericolo lupo e in caso di necessità non si temono le risposte drastiche: qualche anno fa, nel Parco Nazionale Kolmarden, i lupi avevano attaccato e ucciso un impiegato del Parco e nel novembre 2018 la direzione decise definitivamente di uccidere i lupi e di non sostituirli.
In Germania l'uccisione legale di un lupo è un tema assai controverso. Fino ad oggi sono stati eliminati soltanto 5 cuccioli ibridi cane-lupo, un lupo maschio che si era ripetutamente avvicinato alle persone e un altro, malato di rogna, che aveva ucciso e mangiato un cane nella Sassonia.
Attualmente, in Germania, si parla tanto del lupo di Rodewald, il cui abbattimento è stato autorizzato alla fine di gennaio 2019 ma non ancora realizzato. Primo perché è difficile trovarlo in un territorio di circa 600 chilometri quadrati, secondo perché gli „attivisti“ girano continuamente in quei boschi per farlo scappare. In aggiunta, nota l'immitente tedesco NDR a inizio maggio, manca l'assistenza dei cacciatori di zona che temono insulti pubblici e altre minacce da parte degli attivisti. Infatti, le autorità non hanno nominato la persona autorizzata a sparare il lupo in questione per proteggerla.
Sembra un brutto scherzo, ma necessitano di protezione anche gli allevatori e pastori, perché solo quando loro denunciano ripetute predazioni dai lupi, il ministero dell'ambiente può autorizzare il prelievo del soggetto. Ma gli agricoltori fanno poco volentieri la domanda del prelievo, scrive la Berliner Zeitung, perché quando gli attivisti radicali vengono a saperlo, non di rado reagiscono con minacce di morte verso l'allevatore, di incendi dolosi del suo fienile e altro. Gli agricoltori minacciati, in quanto „nemici del lupo“, hanno poi visite frequenti dalla polizia criminale per proteggerli.
Intanto sono diventati 52 le città e comuni in Brandenburgo che si sono dichiarati simbolicamente „zone senza lupi“ e chiedono il diritto di eliminare lupi „problematici“.
Segue: Il lupo fa politica
(c) testo luglio 2019
Fonti:
https://www.jawina.de/tag/wolfsangriff/
https://www.welt.de/politik/deutschland/article146073348/Warum-unser-Umgang-mit-Woelfen-extrem-gefaehrlich-ist.html
https://www.az-online.de/altmark/arneburg-goldbeck/personaleinsatz-wolf-bringt-buergermeister-rage-9405243.html
https://www.presseportal.de/pm/6347/3928649
https://www.rbb-online.de/woelfe/uebernahmen-beitraege/umfrage-zum-wolf.html
https://www.jaegermagazin.de/jagd-aktuell/woelfe-in-deutschland/woelfe-toeten-britische-professorin/
http://www.celler-kurier.de/celle/oeffentlichkeit-wird-von-wolfs-lobby-mit-falschen-daten-versorgt-50792
https://www.wolf-center.eu/de/informationen/w%C3%B6lfe-Angriffe-fakten-oder-fikt
https://www.repubblica.it/esteri/2018/11/04/news/svezia_sono_pericolosi_e_a_rischio_di_sconfinamento_il_parco_di_kolmarden_uccide_i_lupi-210744614/
http://canespastorales.it/il-luparo-una-figura-della-nostra-tradizione-appenniica-graziano-barberini/
http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2019/01/26/aggredito-da-due-lupi-in-maremma-ferito_22adb808-4bfb-4ea1-bda2-e7d51a404916.html
http://www.ruralpini.it/Lupo_Si_incrina_il_fronte_conservazionista.html
http://www.vargfakta.se/wp-content/uploads/2012/05/Geist-when-do-wolves-become-dangerous-to-humans-pt-1.pdf
http://www.storiadellafauna.it/scaffale/testi/cagnolaro/antropofagia.htm
https://www.nzz.ch/schweiz/haben-woelfe-ihre-scheu-erst-einmal-verloren-ist-es-schwierig-ihnen-diese-wieder-anzugewoehnen-ld.1391778
https://www.presseportal.de/pm/6347/3928649
https://www.bbc.com/news/science-environment-47838162
https://www.dutchnews.nl/news/2019/01/no-room-for-wolves-this-is-not-the-serengeti-says-national-park-director/
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Lupi – sulla situazione in Italia e in Germania
di Sabine Middelhaufe
Il lupo fa politca
Nel 2018 si sono fondati, in Germania, le prime iniziative dei cittadini in favore di „villaggi senza lupi“, ci sono state (e continuano ad esserci) manifestazioni contro l'espansione incontrollata del lupo, dimostrazioni davanti alle sedi dei governi regionali, campagne di informazioni nelle fiere agrarie e tante altre attività.
Lo scopo di tutto questo non è l'eliminazione dei lupi o il rifiuto assoluto di accettare il predatore in Germania. Cosa vogliono raggiungere i fondatori e soci è una gestione più adatta alla realtà degli allevatori di bestiame, dei proprietari privati di capre, pecore, cavalli e cani, degli abitanti che sono stufi delle visite frequenti dei lupi nelle loro strade in pieno giorno. |
Villaggi senza lupi
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Domanda a Anne Friesenborg, co-fondatrice della prima iniziativa dei cittadini: per quale motivo concreto avete creato la vostra iniziativa?
Anne Friesenborg: Il motivo sono gli avvistamenti sempre più frequenti durante il giorno e gli incontri ravvicinati coi lupi nei nostri borghi. La diffusione incontrollata dei lupi limita sempre di più la libertà di movimento e le attività ricreative qui da noi.
Ormai esistono iniziative simili anche in altre parti della Germania?
Anne Friesenborg: Sì, ci sono due altre in Schleswig-Holstein e altre sono progettate in Sassonia e Bassa-Sassonia.
Un conto è vedere i lupi in tv, su youtube o sulle belle foto fatte apposta e tutt'altro di saperlo davanti al cancelletto del proprio giardino. Secondo lei, perché è così difficile per la gente non colpita di capire la differenza?
Anne Friesenborg: Vivendo in città, al terzo piano e con un piccolo balcone, è infatti difficile da capire. Bisogna vivere l'esperienza. Bisogna sentire alzarsi i peli sulla propria nuca quando ci si trova improvvisamente di fronte ad un lupo. Bisogna vedere come il cane si blocca tutto rigido, rizza il pelo sul dorso e ringhia profondamente per poi tirare indietro il suo |
padrone. Bisogna sapere com'è, nella stagione invernale, se si deve accendere tutti i fari nel giardino prima di portare la spazzatura al bidone vicino alla strada, e se non si può più lasciare il cane nel giardino incustodito, se i figli non attraversano più la campagna da soli, in bici, per raggiungere la fermata dello scuolabus e se non possono più giocare sereni al margine del borgo. Se il giro di jogging nell'ambiente naturale viene sostituito invece dalla visita alla palestra e se ogni uscita col cane, sempre con lo spray al peperoncino in tasca, deve essere ben progettata. Se si vivono queste esperienze si capisce cosa vuol dire perdere la qualità della propria vita. |
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Quando i lupi hanno sbranato degli animali da pascolo i media parlavano di „danni“, come se si trattasse di un'ammaccatura della macchina, non della morte di un animale. Come sentono i colpiti questa mancanza di comprensione ed empatia?
Anne Friesenborg: E' insopportabile perché queste perdite vengono compensate con risarcimenti – o così sembra al pubblico. La realtà è assai diversa. Nella maggior parte dei casi non viene nemmeno comunicato quanti animali sono veramente rimasti vittime. Perché non di rado anche gli individui feriti muoiono successivamente per la grave sepsi. Agnelli che hanno perso la madre non possono più essere abituati a bere al capezzolo artificiale. Pecore hanno aborti spontanei o assorbono il feto durante la gravidanza. Greggi non sono più gestibili. E i tanti lodati cani da guardiania non possono più essere usati in greggi precedentemente terrorizzate dai canidi. A parte questo, spesso non è nemmeno possibile o è addirittura vietato tenere quei grandi cani, per esempio sulle dighe o per il pascolo nella brughiera.
Da Paesi come la Serbia e la Bulgaria che conoscono il lupo da tanto si sa che il numero di cani da protezione deve corrispondere al numero dei lupi nel branco della zona per non svantaggiare i cani in caso di un incontro diretto. Ma quindi, quanti cani deve tenere un pastore che ha oltre 1.000 pecore divise in 20 greggi tenuti in recinti abbastanza distanti fra di loro?? Non è mica possibile! E il peso emotivo per le famiglie di allevatori viene completamente taciuto.
Bisogna anche considerare che i lupi non si muovono in un habitat naturale ma in un paesaggio culturale. La Germania è densamente popolata e poche regioni hanno ancora vaste zone di addestramento militare o miniere a cielo aperto abbandonate, come nella Lausitz, dove poi i lupi si insediano volentieri. Più è intenso l'allevamento del bestiame, come al nord della Germania, più evidenti diventano i conflitti. Gli avvistamenti di lupi durante il giorno aumentano, gli animali domestici vengono anche sbranati proprio vicino alle case, i lupi entrano addirittura nelle stalle.
Nella Germania settentrionale si usa tanto la stabulazione libera e le così dette stalle fredde per bovini e vacche da latte, cioè tutto è aperto e gli animali possono muoversi liberamente all'interno e in parte anche intorno all'esterno della stalla. Tutto ciò serve al benessere e alla salute degli animali d'allevamento. Proprio per questo motivo non si comprende la mancanza di comprensione e di empatia. I supermercati sono ben riforniti, 6 giorni la settimana per almeno 12 ore al giorno sono aperti e si può fare la spese – da dove viene la merce però alla maggior parte della gente non interessa. E per un allevamento rispettoso degli animali non si vuole spendere neanche un centesimo in più, eppure è questo l'allevamento che la società pretende ad alta voce. Ed è proprio questo tipo di allevamento che ora è colpito dagli attacchi dei lupi.(...) |
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Nel febbraio del 2018, il parlamento tedesco ha discusso il lupo. Ecco le posizioni dei partiti a livello nazionale:
- Bündnis 90/Die Grünen (Alliance 90/The Greens): esigono l'ampia protezione del lupo abbinato alla protezione delle mandrie e lo sgravio finanziario degli allevatori. In vista dell'estinzione delle specie a livello globale i Verdi lo vedono come segnale positivo che in Germania esistano nuovamente i lupi. Vogliono creare condizioni in cui la popolazione di lupi si può stabilizzare.
- SPD (Social Democratic Party of Germany): considerano sufficiente l'attuale regolamento della gestione dei lupi. Rifiutano la modifica dello status del lupo. Le sovvenzioni per l'agricoltura, secondo loro, sono da ridistribuire in maniera che l'allevamento di animali da pascolo venga favorito.
- Die Linke (The Left): al centro del loro discorso c'è l'allevatore che deve aver il diritto di aiuti finanziari per la protezione efficace del suo gregge.
- CDU/CSU (Christian Democratic Union of Germany/Christian Social Union in Bavaria): più sovvenzioni per l'acquisto di cani da protezione del bestiame. Ricerca più precisa della popolazione di lupi per identificare gli ibridi. Se le misure di deterrenza non portano al successo, bisogna accettare di uccidere caso mai anche interi branchi di lupi. Il ritorno del lupo è un arricchimento per la protezione delle specie ma da non romantizzare.
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- FDP (Free Democratic Party): gestione efficace ed uniforme nell'intero territorio nazionale con aree di distribuzione fissate. Un lupo che lascia l'area può essere ucciso. Dare, in futuro, ai cacciatori la competenza di decidere sull'abbattimento o meno di un lupo. Più soldi per la prevenzione e il risarcimento dei danni causati dai lupi.
- AFD (The Alternative for Germany): esame genetico dei lupi già presenti per identificare ibridi o sottospecie che non godono dello status. Definizione precisa del lupo „problematico“. E' considerato importante che i lupi imparino di nuovo a vedere l'uomo come un pericolo da evitare.
Semplificando un po' si può dire che, attualmente, sulla scena politica, i Verdi e i Socialdemocratici siano i protettori dei lupi, i socialisti s'interessino più della gente che degli animali, mentre i Demo-Cristiani, i Liberali e gli Alternativi vogliano decisamente limitare la grande libertà dei lupi.
Se le loro proposte piacciono all'elettorato si vedrà. In due dei tre stati con la maggior presenza di lupi, in autunno si vota: Sassonia (attualmente con governo di coalizione demo-cristiana e demo-sociali) e Brandenburg (governo di coalizione demo-sociali e socialisti). I cittadini della Bassa-Sassonia devono ancora aspettare il 2022 per confermare o cambiare il loro governo di coalizione demo-cristiana e demo-sociali. |
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Segue: Il lupo è business
(c) testo luglio 2019
Fonti:
https://www.tagesspiegel.de/wissen/debatte-um-grenzen-des-artenschutzes-ein-neuer-umgang-mit-dem-wolf/23207908.html
https://www.erste-wolfsfreie-doerfer.de/aktivitaeten/
https://www.intornotirano.it/articoli/economia-e-politica/dal-sdtirol-una-forte-iniziativa-politica-contro-il-lupo
https://www.sueddeutsche.de/panorama/interview-wolfsabschuss-pinneberg-schleswig-holstein-1.4311372
http://europa.eu/rapid/press-release_IP-17-1112_de.htm
https://lfu.brandenburg.de/cms/media.php/lbm1.a.3310.de/wmp_2013_2017.pdf
https://www.agrarheute.com/politik/bundestag-so-stehen-parteien-thema-wolf-542335
https://www.montagna.tv/136413/ministro-costa-lupi-e-orsi-non-si-uccidono-pronto-il-piano-lupo/
http://www.polesine24.it/veneto/2019/01/31/news/veneto-arriva-il-via-libera-per-uccidere-i-lupi-36208/
http://www.ladige.it/news/cronaca/2019/01/29/lupi-regioni-nord-chiedono-mano-libera-governo
https://www.repubblica.it/ambiente/2018/09/07/news/_stop_all_uccisione_di_lupi_e_orsi_a_bolzano_e_trento_-205807556/
https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/01/31/lupi-ora-il-veneto-si-allinea-al-trentino-alto-adige-sugli-abbattimenti-le-regioni-devono-poter-decidere-in-autonomia/4938046/
https://www.ildolomiti.it/cronaca/2019/lupi-il-presidente-fugatti-non-lasceremo-passare-unaltra-estate-pronti-a-incontrare-il-ministro
https://giornaledipavia.it/attualita/controllo-dei-lupi-sette-regioni-fanno-fronte-comune-lombardia-ce/
https://www.wired.it/attualita/ambiente/2016/04/15/caccia-lupo-gli-animalisti-sbagliano/?refresh_ce=
https://www.wired.it/scienza/ecologia/2016/02/26/ritorno-abbattimento-lupi/
https://www.wolfsfreiezone.de/index.php/kommunal
https://www.hanstedt.de/portal/seiten/der-wolf-in-der-samtgemeinde-hanstedt-905000119-20130.html
http://www.ruralpini.it/Il_lupo_picchia_duro_in_Valbrembana.html
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Lupi – sulla situazione in Italia e in Germania
di Sabine Middelhaufe Il lupo è business
Il lupo rappresenta tante cose per tante persone e una cosa è un bel guadagno.
Già nel 2017 il Hannoversche Allgemeine informava: „Ambientalisti usano osservazioni di lupi per attirare turisti paganti in Bassa-Sassonia.“ Quasi 1800 Euro per una settimana costa il privilegio di misurare tracce di lupi, raccogliere feci o installare nuove foto trappole. Un'associazione ambientalista ha avuto questa idea. I consulenti ufficiali invece non sono molto entusiasti: loro lavorano gratis e non ricevono nemmeno il rimborso delle spese per la benzina.
Come già accennato in un altro capitolo, anche in Italia si comincia a guadagnare con il lupo – da parte dei suoi sostenitori ovviamente.
Naturalmente, creare un incentivo economico a favore del lupo faceva parte dell'action plan di Oslo sin dall'inizio:
„4.9. Making the wolf economically profitable
(...) Presenting the wolf in terms of advantages, it will be important to explain the potential benefits that can occur due to the presence of the wolf. Especially tourism (eco-tourism) will have a greater chance to develop and may give rise to more employment in the region. However, making the wolf economically profitable thorough tourism will be feasible only where the wolf is rare, as the market would easily become overloaded.(...)
4.9.1. Guided tours
The goal is to bring tourists to a region where wolves exist and provide an opportunity for first hand contact with the wolf presence and its conservation problems. In doing so the whole region would benefit from the tourists’ presence. An attractive program should include several choices and activities as night or day sighting of animals, possibilities to practice sport or to fish in the wolf area, etc. This program should also involve people in information gathering and lectures with slides or films. As the observation of wolves is rare, other activities linked to wolves should be available (taking plaster molds of tracks, howling during night, etc.). The tourists should be also able to bring something from the field (i.e., tracks made of plaster or sculptures made by local people). The success of a guided tour will partly depend on the performance of the nature guides.
Therefore, it is preferable if they have, added to their own knowledge, certain notions of communication, organisation, and field techniques (i.e., recording sounds). All these notions could be learned in special schools for nature guides (which already exist in some countries). The guided tours should be developed in collaboration with professionals, who could help to take advantage of such idea.“
Il lupo è un bestseller, sotto forma di foto, schizzo, silhouette, in nero o a colori, ululando o con lo sguardo saggio, stampato su magliette, berretti, poster, loghi, appiccicato su pareti, frigoriferi, coperchi di notebooks, cartelle, porte, macchine e quant'altro.
Che anche questa idea viene dall'action plan non può stupire:
„4.9.2. Wolf label/logo
A wolf logo could be created to be easily identified by consumer and customer (such as labels used to identify biological products). To be more effective, it should be recognised by local, and even national government and controlled by a committee. The label could be distributed to hotels and shops which are participating to wolf conservation in the region. It should be easier to sell the tourists local produce with such alabel. However, to be more effective, the label should be attached to villages or to the whole region. This kind of label could be used to make publicity for the region (as the St-Bernard is used in some part of Switzerland).“
Il quotidiano WELT scriveva che quasi certamente la NABU dovesse al lupo una grande fetta dei 32,2 milioni di euro incassati nel 2014. Si può tranquillamente presumere che, economicamente, l'anno 2018 per la NABU e tante altre associazioni è andato ancora molto meglio.
Persino la casa automobilistica VW, residente a Wolfsburg (tradotto: Castello del lupo) donava molto generosamente per la campagna pro-lupo. Ma dopo lo scandalo sui diesel gli animalisti preferiscono fare a meno.
Fatto sta che il lupo si commercializza benissimo. Almeno in Germania, dove è stato fermamente inculcato nella coscienza collettiva. |
(c) testo luglio 2019
Fonti:
https://www.haz.de/Nachrichten/Der-Norden/Uebersicht/Naturschuetzer-locken-Touristen-zur-Wolfsbeobachtung-nach-Niedersachsen
http://www.jagdverband-donauwoerth.de/Archiv-Dateien/2018-Dateien/Der%20Wolf_das%20Geschaeftsmodell%20des%20NABU.htm
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