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Segugi
e cani per pista di sangue - introduzione Di Emanuele Nava Il mondo dei cani da seguita è costituito da tutte quelle razze canine, che come si può facilmente intuire dalla denominazione, si fanno apprezzare per la loro capacità nello scovo e nella seguita della selvaggina da pelo. Questo complesso e colorato universo si compone di molte razze che si distinguono per alcuni aspetti; ogni segugio ha infatti una propria origine, ha alle sue spalle una storia affascinante e deriva da un’accurata selezione orientata alla ricerca delle migliori doti necessarie per cacciare, secondo modalità diverse e risalenti alle varie tradizioni locali, la lepre, il coniglio selvatico, la volpe, il cinghiale o i grandi ungulati. |
Segugio Italiano "di
Pontenizza". All. e prop. Mario Villa. |
L’Italia è la
patria del Segugio Italiano, che pur disimpegnandosi con successo
nella caccia di molti selvatici, è senza dubbio uno specialista
della caccia alla lepre. E’ infatti nella caccia alla lepre
che il Segugio Italiano riesce ad esprimere tutte le sue doti:
un fisico secco ed asciutto, indispensabile per cacciare la lepre
in pianura così come in collina e sui monti senza accusare
eccessivamente le
fatiche; un olfatto finissimo per
risolvere falli e doppie dell’orecchiona; e la capacità di
abbinare in modo utile al metodo quella iniziativa che è motivo
di vanto della nostra razza. Solo con la giusta iniziativa è infatti
possibile pervenire allo scovo anche in quelle giornate meno
favorevoli in cui l’utilizzo esclusivo dell’olfatto
potrebbe essere insufficiente. Il segugio italiano può essere
impiegato a singolo, in coppia oppure può andare a formare
delle piccole mute, che in ragione della sua iniziativa non saranno
mai composte da troppi
soggetti. Tuttavia il segugio italiano è dotato di un buono spirito di muta, che lo porta anche a “ritagliarsi
un suo spazio” all’interno della muta specializzandosi
in una particolare fase o compito (scovo, seguita, risoluzione
di particolari falli ecc.). Assistere all’azione di una
muta di italiani su lepre può essere un’esperienza
emozionante anche per chi non è cacciatore, tutto ciò a
patto che allo spettatore vengano descritte le varie fasi della
cacciata classica alla lepre (cerca, accostamento, scovo e seguita)
e le criticità incontrate dai cani e dovute in gran parte
all’astuzia della lepre. |
Bleu de Gascogne. Foto: Sabine Middelhaufe |
In tal senso risulta fondamentale il ruolo ricoperto dalla voce
dei segugi, che costituisce motivo di gioia per il segugista
che la sa riconoscere ed apprezzare. La voce con cui il segugio
si esprime, spesso erroneamente ritenuta un “abbaiare caotico” è invece
una delle massime rappresentazione dell’arte della caccia
coi cani da seguita. Ogni segugio ha una propria voce, e questa viene modulata durante le diverse fasi della cacciata, la voce del segugio italiano deve essere squillante e piacevolissima e costituisce un ulteriore caratterizzazione del nostro amato segugio. |
Muta di Foxhound in Germania. Foto: Torsten Keller |
La
caccia alla lepre viene tradizionalmente svolta in Italia con
l’ausilio
di una coppia o una muta di segugi, e vi partecipa un numero ristretto
di amici, stretti tra loro da un forte legame che va oltre la pratica
venatoria. Un ruolo fondamentale all’interno della squadra è ricoperto
dal canettiere, solitamente un esperto segugista che conosce
molto bene il territorio della cacciata e ancora meglio i cani della
muta, di cui il canettiere è parte integrante. La caccia
alla lepre è una pratica molto complessa, che richiede
esperienza, passione, ed è fondamentale di costruire
un solido rapporto con i propri cani, che dovranno essere equilibrati
e selettivi, cioè dovranno dedicarsi ad un solo selvatico
tralasciando tutti gli altri. |
Segugio Italiano "Tom". All. e prop. Guido Verzeni. Foto: Sabine Middelhaufe |
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