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Intervista allevatori - conduttori di



Vizsla

 



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Allevamento di Bracco Ungherese (Magyar Vizsla)
Intervista di
Sabine Middelhaufe a Gabor Essösy

Stante il fatto che in Italia il Magyar Vizsla, o Bracco Ungherese, è allevato da pochi appassionati, per meglio conoscere questa razza dalle grandi potenzialità, questa volta siamo andati a porre le nostre oramai classiche domande direttamente ad un allevatore ungherese il quale ci ha risposto così:

D. - Quando ha maturato l'idea d'iniziare ad interessarsi al Vizsla e perché ha scelto proprio questa razza di cani da ferma?

R. - Mi interesso al Vizsla da quando ero ragazzo. L'esperienza chiave, però, è stato un Vizsla con cui all'epoca avevo fatto amicizia; e poi anche il mio primissimo cane da adulto era una femmina di questa razza.

Gabor Essösy con la sua femmina Malomközi Panni.

D. - Vuole provare a spiegarci quali sono le caratteristiche che fanno (o dovrebbero fare) preferire questi cani ai potenziali utilizzatori rispetto alle altre razze da ferma?

R. - Il Vizsla è un cane che dà la massima importanza al suo padrone. Ciò nonostante può dimostrare, in certe situazioni, autonomia e lavorare anche indipendentemente. Inoltre è assai adattabile, tanto che in caso di necessità ubbidisce anche a più di una persona, per esempio agli altri membri della famiglia o agli amici del proprietario. Se a volte capita che il padrone non può andare a caccia, quel giorno “presta“ il suo Vizsla ad un amico che lo può condurre senza problemi (a patto, chiaramente, che il cane lo conosca bene). Poi c'è da dire che un Vizsla è sempre gentile, mai aggressivo, disposto a giocare e a lavorare in qualunque momento. Come taglia non è nè troppo grande nè troppo piccolo, è privo di estremi. La sua voglia di cacciare è enorme e non si stanca mai. Nel lungo periodo della chiusura di caccia, invece, il Vizsla è un compagno favoloso per diversi tipi di sport, come correre accanto al suo padrone in sella alla bici o al cavallo, oppure mentre fa lo jogging. Ovviamente è anche adatto agli sport canini (agilità, frisbee ecc.) poiché sa saltare benissimo e si può portarlo tranquillamente anche senza guinzaglio.

D. - A suo parere, vi è una dote che oggi non viene tenuta nella dovuta considerazione da parte degli “addetti ai lavori“?

R. - Qui in Ungheria sentiamo spesso che ormai in tanti Paesi si può comprare un Vizsla ad ogni angolo, per cosi dire. Siccome la maggior parte degli acquirenti cerca semplicemente un cane da compagnia non si interessano delle qualità dei genitori del loro cucciolo. Eppure il fatto che il Vizsla sia un bravissimo cane da famiglia che si comporti ugualmente bene quando corre accanto alla bici, quando dorme sotto il tavolino del bar strapieno o riposa sul divano nell'appartamento di lusso, è dovuto alla selezione complessa effettuata per alcuni secoli da cacciatori seri. Questa razza non è stata creata per chi vuole un cane con delle belle macchioline sul manto, o con una coda tipo bandiera, o con tante rughe o con una forma di testa talmente estrema che fa impressione, no, il Vizsla è stato creato per aiutare il suo padrone cacciatore, per essere attivo quando è necessario e stare seduto, perfettamente calmo, quando la situazione lo richiede. Quindi, chi, per qualunque motivo, compra un Vizsla, dovrebbe rivolgersi comunque ad un allevamento i cui soggetti hanno superato le prove di lavoro o dove si può verificare che i cuccioli precedenti della stessa coppia hanno già dimostrato le loro qualità venatorie. Facendo cosi capiterà, forse, più di rado di avere dei soggetti paurosi, aggressivi o con i nervi troppo deboli. In fin dei conti si acquista il cane per 13-16 anni – il Vizsla vive molto a lungo – e non è il caso di voler risparmiare cento Euro.

D. - E quali doti deve necessariamente possedere un “buon“ Vizsla per essere tale veramente?

R. - Sul terreno deve mantenere un buon contatto col conduttore, deve farsi condurre facilmente, deve dimostrare la voglia al riporto, la ferma corretta, il piacere per il lavoro nell'acqua, l'indole gentile e una buona resistenza alla fatica.

D. - Come giudica lo stato attuale della razza nel suo Paese e, se fosse in suo potere farlo, vi è qualcosa che vorrebbe modificare nell'allevamento odierno di questi cani?

R. - La popolarità della razza in Ungheria e all'estero è grande, mentre la qualità degli allevamenti spesso lascia a desiderare, e qui, appunto, vorrei vedere un cambiamento. Il Vizsla dovrebbe sempre essere un cane di carattere affidabile e con le doti venatorie tipiche della razza, indipendentemente dal fatto se sarà usato come cane da caccia o come cane da compagnia.

D. - Secondo Lei, la razza e le sue caratteristiche sono, oggigiorno, conosciute abbastanza bene dai suoi potenziali utilizzatori o vi è ancora molto da fare?

R. - Sono conosciute, sì, ma vale sempre la pena di trovarsi un allevatore bravo, perché l'allevatore serioso sa dare tanti consigli buoni al momento dell'acquisto del cucciolo e anche più tardi sarà sempre disposto a rispondere alle domande del nuovo padrone, perché per ogni cane che ha cresciuto si sentirà, per tutta la vita, un po' responsabile.

D. - Personalmente ritiene necessario partecipare ai raduni, alle prove di lavoro e alle esposizioni con i suoi soggetti?

R. - Sì, assolutamente, anche se per me sono più importanti le prove di lavoro. Ma in fin dei conti si dovrebbe visitare tutti gli eventi per vedere anche gli soggetti di altri allevatori e per scambiarsi le esperienze con i loro conduttori.

D. - A suo giudizio in quale forma di caccia, e quindi su quale selvatico, trova che i soggetti di questa razza siano portati ad eccellere?

R. - Secondo me il Vizsla è particolarmente adatto alla caccia a fagiani e starne.

D. - Infine, quali consigli si sentirebbe di poter dare ad un ipotetico neofita che avesse deciso di avvalersi di un soggetto della sua razza per soddisfare la propria passione venatoria?

R. - Quando qualcuno va a caccia per la prima volta con il suo nuovo Vizsla al centro del suo interesse dovrebbe stare il cane, non la caccia stessa e tanto meno lo sparo e il carniere, ma io trovo che questo valga altresì per tutte le razze.

Foto: Gabor Essösy

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