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Esperienze con il Vizsla
di
Sabine Middelhaufe

Che i cacciatori lo apprezzino si spiega facilmente con il fatto che il Vizsla, simile ai cani da ferma tedeschi, è un ausiliare tutto fare. A caccia della selvaggina da penna convince con una cerca veloce ed ampia pur senza esagerare, poi ferma egregiamente e riporta con sicurezza assoluta. Siccome ama l'acqua e non teme di cercare l'anatra neanche nel canneto più fitto o di recuperarla dall'acqua profonda, si dimostra un ausiliare prezioso anche in questo ambito (forse con la sola restrizione che alcuni soggetti non sopportano l'acqua freddissima così bene come i loro cugini a pelo forte). Nella battuta alla selvaggina minore risulta un cane da cerca intelligente ed assiduo; e quando bisogna ricercare qualche capo ferito nel bosco il Vizsla da, di nuovo, buona prova di sé perché è addestrabile senza problemi per il lavoro sulla pista di sangue.
Ci si rende conto di quanto sia importante la versatilità per questa razza guardando le prove basilari a cui i cani vengono sottoposti nella sua madrepatria dove, già da cuccioloni, devono mostrare le loro capacità del lavoro nel campo e nell'acqua mentre, da adulti (e ben addestrati) è loro richiesto, inoltre, un lavoro affidabile sulla pista di sangue nonché il coraggio e l'istinto sicuro per affrontare un predatore feroce e finanche di uccidere abilmente un selvatico ferito recuperato.
Eppure, la cosa che spinge tanti cacciatori a preferire il Vizsla ad altre razze ugualmente valide è il suo rapporto strettissimo col conduttore. Certo, ogni cane da lavoro ama l'uomo con cui può andare a caccia, ma questo nel Vizsla va oltre. Benché sul terreno di caccia, non abbia nessuna difficoltà a staccarsi dal suo padrone ed a lavorare autonomamente, non interrompe mai il contatto con lui. Vale veramente la pena di osservare un Vizsla e il suo conduttore per capire che qui si tratta di più del solito “collegamento perfetto“ durante la caccia. Il Vizsla, infatti, magari con un'occhiata di sfuggita o muovendo solamente un orecchio nella direzione giusta, controlla sempre la posizione del suo conduttore e si accerta che il suo procedimento sia corretto.

Per i giri di controllo in una riserva di caccia non si può immaginare un compagno più gradevole, perché il Vizsla rimane sempre (in assenza di ordini diversi) nelle vicinanze del padrone e segnala prontamente la presenza dei selvatici o delle loro tracce. Ma tutto ciò non è l'espressione della cosi detta “voglia di piacere“ e, tanto meno, di insicurezza da parte del cane quanto, invece, il suo modo di dimostrare il suo legame coll'uomo; e chiunque abbia condotto un Vizsla concorderà che questo cane impara, con sorprendente velocità, ad anticipare le intenzioni ed i desideri del padrone.
Forse a qualcuno sembra strano di usare il termine “senso di responsabilità“ in relazione ad un cane, ma chi conosce bene la razza, però, ha spesso l'impressione che il Vizsla sia proprio un ausiliare e un partner consapevole della sua responsabilità. Riflettere piuttosto che eseguire solamente gli ordini richiede, come presupposto, intelligenza e sensibilità. Ebbene, il Vizsla dispone di entrambi e dovrebbe, quindi, essere trattato conformemente.
Un ulteriore vantaggio del Vizsla, rispetto ad altre razze, è che si confa molto bene al cacciatore che per la prima volta conduce un cane; e ciò poiché la voglia del Bracco Ungherese di collaborare col suo padrone, la sua intelligenza e (beninteso se proveniente da un allevamento serio) le sue ottime doti venatorie ne fanno un ausiliare molto facile da addestrare. Infatti, patto che gli si spieghi il compito richiesto in maniera coerente e paziente, il Vizsla impara l'obbedienza basilare assai presto e per giunta procura al padrone la soddisfazione di condurre un cane che ubbidisce con ovvio piacere! Attenzione però alla scelta del metodo d'educazione: il Vizsla sicuramente non è iper sensibile, tuttavia non sopporta bene il trattamento brusco, e anche i mezzi di coercizione non fanno per questa razza. Come vale, per esempio, per i cani da ferma tedeschi, cosi anche per il Vizsla l'educazione e l'addestramento venatorio devono iniziare nel terzo mese di vita e consistere in alcune brevi lezioni quotidiane. Dalla decima settimana di vita, circa, il cucciolo dovrebbe quindi, una volta al giorno, accompagnare il suo padrone nel suo futuro territorio di caccia, perché solo lì può fare le esperienze un domani indispensabili per il suo lavoro e si può abituare alla presenza e alla vista della selvaggina senza agitarsi. Insomma, in quanto abbastanza precoce, il Vizsla è pronto, spesso, più presto di altre razze da ferma per il suo utilizzo pratico sul terreno di caccia. E sicuramente anche questo fatto andrà a genio al cacciatore neofita, che probabilmente non vede l'ora di andare a caccia col suo nuovo ausiliare.

Ma prima di decidersi per il Bracco ungherese è bene ricordarsi che questo cane non è adatto ad un mantenimento che lo escluda dalla convivenza vera e propria col suo padrone. Naturalmente non è certo la fine del mondo se, di notte, deve dormire in un serraglio adeguato, ma durante il giorno ha bisogno del contatto strettissimo con la sua famiglia umana (necessità che, per altro, non pone nessun problema con un cane di indole aperta e gentile, privo di odore sgradevole e facile da tenere pulito). Per il resto il Vizsla ha bisogno di abbondante libertà di movimento quotidiana, anche al di fuori della stagione venatoria e (come ogni cane intelligente) di un'occupazione sensata, guidata dal suo padrone.
Presumibilmente nessuno si è mai preso la briga di studiare per via di quale fenomeno, improvvisamente, una razza da caccia vada di moda fra i non-cacciatori, purtroppo, però, le tristi conseguenze dell’eccessiva popolarità proprio tra le persone che non conoscono il vero lavoro della razza (o non lo apprezzano, o lo vedono persino come un inconveniente) si può osservare ormai in tante razze e così anche nel Vizsla si stanno già verificando degli effetti negativi. Come già accennato, infatti, nella sua patria ungherese il Vizsla fa parte dei favoriti del pubblico da molto; ma negli anni ’90 in poi anche altrove, in Europa, è scoppiata la “Vizsla mania“, con il risultato che oggi la schiacciante maggioranza dei soggetti deve vivere come mero cane da compagnia.

Sfortunatamente, infatti, la richiesta determina l'offerta e, siccome le doti venatorie sono del tutto indesiderate in un cane da compagnia, c’è chi produce a prezzi bassi sempre più Vizsla di scarse capacità e senza il buon carattere equilibrato tipico della razza. Peggio ancora è poi il fatto che il profano o il cacciatore inesperto tante volte non capiscono che il loro Vizsla, da 300 Euro, con il cane da caccia ha in comune solo il nome e l'apparenza; inoltre, quando se ne accorgono, tendono a der la colpa della loro delusione alla razza non già alla loro scelta poco saggia. Pertanto un consiglio a chi, attualmente, sta considerando di comprare un Bracco Ungherese: fate attenzione all'allevamento e acquistate un cucciolo solo da un allevatore i cui soggetti da alcune generazioni vanno a caccia e hanno fatto le prove di lavoro con successo. Prove, possibilmente, che valutino la versatilità del Vizsla e non solo la sua bella cerca e l’immobilità al frullo!


Foto 1, 3, 5, 6: Gabor Essösy ; tutte le altre: Beate Flockenhaus

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