Allevamento di Segugio del Giura D. - Quando hai maturato l'idea d'iniziare ad interessarti alla razza e perché hai scelto proprio questa razza? R. – La mia avventura con i cani da seguita su cinghiale e‘ partita con i segugi meticci (incrocio tra segugi Italiani e giura) e con i Petit Bleu. Ho cacciato con questi cani per diversi anni, era una muta non omogenea nel lavoro in quanto i primi erano i cosiddetti cani corti che, muti sulla traccia, svolgevano il massimo del loro lavoro sul fermo, coraggiosi e molto incalzanti, i Petit Bleu invece erano molto piu‘ portati per la traccia e per l’inseguimento, componevano quindi una muta mista che nell’insieme svolgeva un discreto lavoro, ma durante le stagioni notavo le carenze di una e dell’altra e allora ho deciso di provare una razza che secondo me fosse piu‘ completa per le mie esigenze, unire la metodicità, la voce ed il coraggio dei cani Francesi, all’istinto e alla sagacia di quelle nostrane; il Segugio del Giura racchiude in se queste caratteristiche e per di piu‘, per me, e‘ stato un vero e proprio colpo di fulmine a livello morfologico. Ho avuto la fortuna di conoscere dei veri appassionati che mi hanno innamorato con i loro soggetti e soprattutto con le doti degli stessi, cani completi in ogni fase, in grado di poter cacciare in muta come in singolo! Colgo l’occasione per ringraziare i Signori Giannetti, Frasconi, Picchianti, Palassi, Bartolini e Scanu per avermi dato veramente tanto su questa razza. D. - Vuoi provare a spiegarci quali sono le caratteristiche che fanno (o dovrebbero fare) preferire questi cani ai potenziali utilizzatori rispetto alle altre razze? R. Di razze complete e piene di ottime caratteristiche ce ne sono molte, questa e‘ una di quelle, sempre che si sia in possesso di una linea di sangue completa che racchiuda tutte le prerogative della razza; e‘ un cane completo nelle fasi di lavoro, ottima cerca, molto attaccato alla traccia, sagace nello scovo e molto persistente nella seguita, e‘ un cane di giuste dimensioni con una struttura forte e molto vigorosa, un pelo che lo rende ben coperto dalle insidie della fitta vegetazione e dalle temperature rigide ma che al tempo stesso lo rende adattabile anche ai climi più temperati. In canile se ben educato si comporta molto bene, e‘ affettuoso con i familiari e piu‘ schivo con gli estranei, infatti in caccia non si fà prendere con facilità da chi non conosce bene. E‘ inoltre una razza di pochi fronzoli per quanto riguarda l’alimentazione, si adattano a tutto ed è molto in salute, cosa che ai giorni nostri, economicamente parlando, non guasta affatto! |
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D. - A tuo parere, vi è una dote che oggi non viene tenuta nella dovuta considerazione da parte degli „addetti ai lavori“? R. Entriamo nelle note dolenti! La voce, la cerca e soprattutto l’attitudine alla traccia stà sempre di piu‘ scomparendo in questi cani, risultato sicuro di accoppiamenti sbagliati dettati dalla mania che negli ultimi anni stà colpendo un pò tutti i cacciatori di cinghiale: il cane corto! Con questi cani basta poco per uscire di strada e rientrarci con molta fatica, un accoppiamento fatto con linee di sangue diciamo italianizzate, porta ad una sicura perdita di tipicità nella gran parte dei nascituri, diminuendo per di più l’attitudine alla traccia e creando carenze a livello morfologico (tessitura e consistenza del pelo e della coda, fisico piu‘ snello e slanciato, voce non tipica). Una razza deve piacerti per quello che è, e non va snaturata, ma ovviamente questo è un mio pensiero, ognuno è libero di lavorare i propri ausiliari come meglio crede. D. - E quali doti deve necessariamente possedere un „buon“ rappresentante della razza per essere tale veramente? R. – Deve essere piu‘ vicino possibile allo standard di razza, morfologicamente e attitudinalmente, deve essere un cane completo in tutte e 4 le fasi della caccia perche‘ la razza in questione possiede tutte le caratteristiche per esserlo. |
Nike e Diana. |
D. - Come giudichi lo stato attuale della razza in Italia e, se fosse in tuo potere farlo, vi è qualcosa che vorresti modificare nell'allevamento odierno di questi cani? R. – In Italia, il Giura, e‘ stata una delle prime razze (insieme ai Griffon Vendeen e ai Petit Bleu de Gascogne) ad essere stata importata dalla Francia e dalla Svizzera (suo paese d’origine) per la caccia alla lepre e al cinghiale. Nei primi anni tra il 1970 e 1980 godeva di molto successo soprattutto tra i cacciatori di cinghiale, non c’era la settorizzazione delle zone di caccia, i cinghiali erano molto meno numerosi di ora e quindi spinti dall’esigenza di avere cani completi in ogni fase e soprattutto in grado di risolvere tracce lunghe questa razza la faceva da padrone…in breve tempo però, sappiamo tutti come sono andate le cose (aumento delle squadre cinghialistiche e diminuzione del territorio) a questa razza sono state attaccate delle brutte etichette, sono diventati cani troppo lunghi e con la cattiva abitudine di rientrare a caccia conclusa con molta difficolta e ritardo. Adesso ai giorni nostri la razza non gode di molto successo, sono pochi gli utilizzatori e cultori di questi cani. D. - Secondo te, la razza e le sue caratteristiche sono, oggigiorno, conosciute abbastanza bene dai suoi potenziali utilizzatori o vi è ancora molto da fare? |
Navarro e Argo. |
D. - Personalmente ritieni necessario partecipare ai raduni, alle prove di lavoro e alle esposizioni con i tuoi soggetti? R. – Secondo me e‘ molto importante partecipare in quanto sono convinto che la sana competizione possa migliorare la razza e far avvicinare sempre piu‘ appassionati alla cinofilia. |
Tebro e Gringo (cuccioli di 4 mesi). |
> Ritratto del Segugio del Giura
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