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Intervista allevatori - conduttori di



Pudelpointer

 



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Allevamento di Pudelpointer
Intervista di
Sabine Middelhaufe a Heike Hauschnik

Heike Hauschnik, nata nel 1964, va a caccia da ormai 17 anni. Il suo primo Pudelpointer lo prese nel 1995 e tre anni dopo anche suo marito si decise per un rappresentante di quella razza. Dal settembre 2006 Heike amministra l'ufficio del Club Pudelpointer di cui è anche la segretaria. Attualmente la famiglia Hauschnik condivide casa, caccia e vita quotidiana con la femmina Bieke vom Eichkamp.

D. - Quando ha maturato l'idea d'iniziare ad interessarsi alla razza e perché ha scelto proprio questa razza?

R. - Nel 1980 vidi la foto di un Pudelpointer in una pubblicazione sui cani da caccia tedeschi. Lì, da un libro del 1817, era anche riportata la descrizione: "I miglior cani da caccia sono i bastardi del Barbone grande." Questa frase mi incuriosì, così mi informai più a fondo e scoprii che Hegewald, che possedeva due soggetti del genere, aveva deciso di creare una razza "mezzosangue" di cani a pelo duro e il risultato era, appunto, il Pudelpointer. Il primo rappresentante di questa razza affascinante fece ingresso in casa nostra 18 anni fa.



Ulf vom Geweberwald.
Foto di titolo: cucciolo dall'affisso vom Schnepfenjäger.

D. - Vuole spiegarci quali sono le caratteristiche che fanno (o dovrebbero fare) preferire questi cani ai potenziali utilizzatori rispetto alle altre razze?

R. - Si può utilizzare il Pudelpointer su qualsiasi tipo di terreno poiché egli possiede le attitudini per ogni genere di lavoro richiesto al cane da caccia poliedrico; nel campo, nel bosco e nell'acqua. Qui gli torna utile il patrimonio del Barbone, cioè l‘intelligenza, l‘addestrabilità, la voce sulla traccia e la voglia di traccia, la fedeltà nel riporto, la passione per l'acqua e il coraggio. Unite queste qualità alle caratteristiche superiori del Pointer sul terreno. Il naso fine, la cerca veloce e la ferma al frullo fanno dal Pudelpointer un cane "per tutte le occasioni" venatorie, inoltre è geneticamente sano e, nella vita di casa, sa essere un compagno piacevole, equilibrato e buonissimo con i bambini.

D. - A suo parere, vi è una dote che oggi non viene tenuta nella dovuta considerazione da parte degli “addetti ai lavori“?

R. - Siccome il Pudelpointer può essere acquistato esclusivamente dai cacciatori, cioè non viene venduto ai privati che vogliono solo un cane da famiglia, il nuovo conduttore sa benissimo cosa si aspetta il suo cane: addestramento, allenamento e, soprattutto, uso pratico sufficiente per favorire e perfezionare le dote specifiche della razza come cani da recupero della selvaggina maggiore, cani da cerca durante le battute alla selvaggina minore, ma anche ausiliari nella caccia alle anatre e nelle disciplina in cui particolarmente eccelle: la caccia agli uccelli nei campi.

Heike Hauschnik con un suo Pudelpointer.

D. - E quali doti deve necessariamente possedere un “buon“ rappresentante della razza per essere tale veramente?

R. - Rispetto alla morfologia lo standard parla chiaro. Aggiungo che un Pudelpointer deve avere il sistema nervoso saldo e l'indole sveglia e buona. Quanto alle sue doti di lavoro le deve dimostrare in occasione di almeno due prove del Club (che devono essere superate con buoni voti). Per precisare, nella prova che include la traccia della lepre si richiede il buono per l'inseguimento della traccia, oltre a naso molto buono, e buona ferma, inoltre, è richiesta una buona cerca dell'anatra nell'acqua. Naturalmente il soggetto non deve dimostrare timidezza o paura allo sparo e alla selvaggina e deve dare voce sulla traccia.

D. - Come giudica lo stato attuale della razza nel suo Paese e, se fosse in suo potere farlo, vi è qualcosa che vorrebbe modificare nell'allevamento odierno di questi cani?

R. - Attualmente registriamo solo circa 120 cuccioli all'anno. Ovviamente sarebbe desiderabile aumentare questo numero.

Aika vom Struckerhof e Ira vom Fürstenberg.

D. - Secondo Lei, la razza e le sue caratteristiche sono, oggigiorno, conosciute abbastanza bene dai suoi potenziali utilizzatori o vi è ancora molto da fare?

R. - A causa della sua scarsa popolazione il Pudelpointer appartiene alle razze da ferma meno conosciute. Cosicché i soci del nostro Club partecipano regolarmente alle fiere della caccia, dove vengono anche presentate le razze canine. Ma chi vuole davvero conoscere un Pudelpointer farebbe bene ad andare a vederlo quando caccia!

D. - Personalmente ritiene necessario partecipare ai raduni, alle prove di lavoro e alle esposizioni con i suoi soggetti?

R. - Certo di sì. Con circa 1200 membri il nostro Club è abbastanza piccolo; ed i raduni e le prove sono come una specie di raduno di famiglia a cui sono presenti anche i bambini e giovani che poi, anni dopo, diventano loro stessi conduttori di Pudelpointer.

Bieke vom Eichkamp.

D. - A suo giudizio in quale forma di caccia, e quindi su quale selvatico, trova che i soggetti di questa razza siano portati ad eccellere?

R. - Come ho già detto, il Pudelpointer è un cane poliedrico e molto adattabile. Per me l'uso più emozionante è la caccia alla selvaggina da penna nei campi; quella silenziosa comprensione reciproca fra cane e conduttore solo tramite lo scambio di sguardi, poi la tensione del cane in ferma, seguito dal suo sguardo verso il padrone per segnalargli di avvicinarsi e, infine, il riporto gioioso del capo abbattuto. E' un esperienza bellissima.

D. - Infine, quali consigli vorrebbe dare ad un ipotetico neofita che avesse deciso di avvalersi di un soggetto della sua razza per soddisfare la propria passione venatoria?

R. - Siccome il Pudelpointer è riconosciuto per la sua "intelligenza venatoria" direi che, una volta finito il suo addestramento, la cosa più importante da ricordare è che il cane ha sempre ragione: lascialo fare!

Bieke vom Eichkamp in acqua.


Foto: Heike Hauschnik

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