Esperienze con il Bracco Francese -
due varietà per due stili di lavoro In ragione della diversa mole esitono diferenti stili di lavoro tra le due varietà. I soggetti più piccoli (tipo Pirenei) si presentano più rapidi e veloci rispetto a quelli di grande mole (tipo Gascogne). |
Foto di titolo e qui sopra: Vison. Foto: Denise Hartmann. |
Per ambedue le varietà la testa è portata alta nel prolungamento della dorsale e mobile, anche se è da notare la facilità con la quale il tipo leggero, in ragione della spiccata velocità, comunemente ha un portamento di testa più alto, testimoniare padronanza olfattiva redditizia, ed in particolari condizioni climatiche e di vegetazione sono ammessi portamenti di testa leggermente al di sotto, senza però eccessi.
Canna nasale tendente all’orizzontale. Collo proteso. Coda portata nel prolungamento e generalmente ferma; ammesso leggero dimenio, soprattutto nel tipo Gascogne. La cerca deve essere intesa aperta, coprente molto terreno, diligente e sempre adatta all’orografia del terreno ed alla vegetazione, nella nota del continentale. Avvertita l’emanazione fila decisissimo e rapido sino alla sorgente ed una volta raggiunta blocca di scatto (rapidità di movimento e reazione chiaramente più evidente nel tipo leggero). |
Bracco Francese in ferma. Prop. Nino Aranginu. |
Se, durante la cerca, ha l’errata impressione del selvatico, rallenta (può passare dal trotto nel tipo Gascogne) fila con orecchie erette e collo proteso, serrato ed attento risale e supera l’incertezza con decisione riprendendo l’andatura abituale con scatto quasi rabbioso. Se avverte lieve indizio del selvatico, la su azione subisce un leggero freno graduale (più evidente nel Gascogne) risale ad assicurarsi e blocca con decisione; testa alta, canna nasale sull’orizzontale, collo tutto fuori, occhio ardente. Quando è certo della presenza del selvatico, scattante con immediata contrazione e a testa alta procede decisissimo aspirando fremente l’effluvio. Blocca di scatto. A ridosso del selvatico improvvisamente, ferma di scatto, la testa rivolta verso la sorgente leggermente al di sotto dell’orizzontale, rigido e a volte in posa contorta, coda leggermente al di sopra della linea del prolungamento (non eccessivamente). Normalmente elegante nella ferma, ma non esageratamente catalettico, orecchio un po’ rialzato, occhio fisso e testa nell’angolo dell’emanazione; eretto salvo rarissime e poco gradite, ma tollerate, eccezioni, dovute a situazioni improvvise anche in terreno scosceso e privo di vegetazione, quando è possibile che fermi flesso o accucciato. |
Bonnie Du Clos De Baou, prop. Chantal Futsch (Foto G.M.) |
Quando, dopo la ferma, il selvatico tenta di sottrarsi pedonando guida in piedi con autorità, nel tipo Pirenei più energicamente e velocemente, coda in movimento teso e decisissimo con testa alta; in perfetto collegamento con il conduttore rallenta e si ferma ad ogni sosta del selvatico tenendosi a giusta distanza ed irrigidendo la coda. Non vi è stile di razza nel riporto del Bracco Francese, piuttosto soggettività, l’importante è che questo venga effettuato gioiosamente ed in maniera sollecita, ma soprattutto con dente dolce. Nel recupero sono ammesse piccole fasi di risalita a naso baso, quasi a pistare, se la traccia risulta difficile a causa di fitta vegetazione; sempre gradevole la sollecitudine. Per concludere il Bracco Francese non deve essere un istrione, ne deve ricercare effetti spettacolari, ma deve essere un collaboratore gradevole, intelligente e pratico per un lavoro di ampio respiro. |
Rocky e Vison. Foto: Denise Hartmann |
Pubblicato con gentile permesso di Cani da Ferma e da Cerca Note sullo standard morfologico |
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