Intervista allevatori - conduttori di
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Spaniel Tedesco (Deutscher Wachtelhund) Nel 2009 Timm Brahms ha concluso con il titolo di Bachelor of Science (B.sc.) gli studi di Scienze Forestali ed Ecologia Silvestre e dopo un ulteriore studio di „Risorse naturali ricrescenti ed Energie rinnovabili“ ora è Master of Engineering. Nel 2004 conseguì la licenza di caccia e ha potuto raccogliere un bel po' di esperienze venatorie avendo la fortuna di partecipare regolarmente, con il suo Wachtelhund, a diversi tipi di caccia in tante parti della Germania. D. - Quando ha maturato l'idea d'iniziare ad interessarsi alla razza e perché ha scelto proprio questa razza? R. - Nel 2007, perché per la caccia alla selvaggina maggiore avevo bisogno di un cane da cerca che da voce continuamente. D. - Vuole provare a spiegarci quali sono le caratteristiche che fanno (o dovrebbero fare) preferire questi cani ai potenziali utilizzatori rispetto alle altre razze? R. - Forza, perseveranza, adattabilità alla vita in famiglia, calma, voce sulla traccia, coraggio di fronte alla selvaggina agguerrita e mancanza di squilibrio del carattere. |
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D. - A suo parere, vi è una dote che oggi non viene tenuta nella dovuta considerazione da parte degli „addetti ai lavori“? R. - Errori di selezione, quindi difetti genetici, che abbastanza spesso portano a problemi di salute, as esempio otite e intolleranza alimentare. D. - E quali doti deve necessariamente possedere un „buon“ rappresentante della razza per essere tale veramente? R. - Voce sulla traccia, voglia di seguire la traccia, buona salute, conducibilità, medio quindi non esagerato coraggio di fronte alla selvaggina agguerrita ed equilibrio. |
Timm Brahms col suo Wachtelhund. Foto: privato. |
D. - Come giudica lo stato attuale della razza nel suo Paese e, se fosse in suo potere farlo, vi è qualcosa che vorrebbe modificare nell'allevamento odierno di questi cani? R. - A parte i problemi di salute accennati la selezione e quindi lo stato della razza attualmente vanno molto bene, e la società specializzata lavora intensamente a contromisure per i problemi esistenti. D. - Secondo Lei, la razza e le sue caratteristiche sono, oggigiorno, conosciute abbastanza bene dai suoi potenziali utilizzatori o vi è ancora molto da fare? R. - Per me stesso no, perché non ho l'intenzione di allevare; sono membro della s.s. per darla supporto. Comunque, alle prove giovanili si dovrebbe partecipare in ogni caso e ad ulteriori prove secondo le doti del singolo soggetto e la motivazione del conduttore. |
Elton. Foto: V. Kistinger. |
D. - A suo giudizio in quale forma di caccia, e quindi su quale selvatico, trova che i soggetti di questa razza siano portati ad eccellere? R. - Alla battuta alla selvaggina maggiore, cioè capriolo, cinghiale, cervo, daino..., e in certi casi anche per la caccia alla selvaggina minore, con cerca corta e riporto. D. - Infine, a conclusione di questa nostra chiacchierata, quali consigli si sentirebbe di poter dare ad un ipotetico neofita che avesse deciso di avvalersi di un soggetto della sua razza per soddisfare la propria passione venatoria? R. - Di informarsi bene sulla razza e di ricordare che soprattutto all'inizio bisogna avere tanto tempo per il cane e formare uno stretto rapporto con il soggetto. Poi, specialmente nei primi anni, ci vogliono occasioni di caccia in sufficienza (secondo il mio parere almeno 15 battute vere e proprie ogni stagione) e una zona addestramento nella vicinanza. |
Lester. Foto (c) Affisso "vom Hopfenhof im Goldenen Grund". |
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