Esperienze con il Segugio della Stiria a pelo ruvido Come tutti i Segugi Austriaci anche il Peintinger caccia da solo e non è quindi concepito per il lavoro in muta. Egli svolge compiti sia prima che dopo lo sparo, ma l'ambito d'utilizzo concreto dipende tanto dalla riserva e dal Paese dove viene impegnato. Nella sua patria il Peintinger, durante la braccata vera, deve inseguire esclusivamente la lepre e la volpe, mentre gli è richiesto di ignorare gli ungulati sani. In un ragio di minimo 300 m questo segugio dapprima cerca con movimenti circolari sempre più ampi la traccia notturna del selvatico, ma segnalare acusticamente la traccia è piuttosto indesiderato e rappresenta anzi un difetto che è desiderabile riscontrare solo eccezionalmente nella razza. Pertanto, al contrario per esempio del Segugio Italiano il Segugio della Stiria dà voce per la prima volta solo quando incontra la traccia calda (la quale, se la lepre dovesse aver ottenuto un buon vantaggio, può comunque essere già vecchia di 20 minuti). Quindi, una volta sulla calda, si aspetta che il Peintinger insegua il selvatico finché il conduttore non è riuscito a sparargli. E specialmente nella caccia alla lepre il cane dovrebbe starle dietro, se necessario, quasi fino allo sfinimento. Per questo i cosi detti "cacciatori a lungo", vale a dire quei soggetti che inseguono senza problemi l’animale anche per due ore, sempre a voce alta, sono preferiti come riproduttori. |
Stando queste caratteristiche, specialmente per chi ama andare a caccia da solo con il suo cane o magari pochi compagni, il Peintinger sarebbe, per la sua versatilità, una buona scelta. Tanto più che sa anche essere un ottimo cane per pista di sangue, che non teme l'incontro ravvicinato con il selvatico ferito. Purtroppo, però, un cane che caccia con perseveranza ed autonomia come il Segugio della Stiria non sempre corrisponde ai desideri, o alle necessità, della riserva. Così, in Austria e in Germania, per via della caccia agli ungulati aperta quasi tutto l'anno, la razza viene quasi prevalentemente utilizzata come cane da pista dalla voce sicura. Mentre quando, invece, partecipa alle solite battute piuttosto limitate alla selvaggina minore, (che include anche il capriolo) viene spesso data la preferenza a quei soggetti che inseguono a voce alta solamente per 10-20 minuti, lavorando quindi solo brevemente al di fuori dell'ambito d'influenza del loro conduttore. E se questa, nelle riserve spesso attraversate da tantissime strade assai frequentate, è una scelta comprensibile, rimane tuttavia il fatto che può portare, in qualche soggetto, alla notevole riduzione della cerca ampia originariamente desiderata e tipica del Peintinger. |
Per far sì che il Peintinger, una volta adulto, riesca a compiere il suo lavoro si deve, naturalmente, dargli l'opportunità di sviluppare le sue doti genetiche fin da cucciolo. Perciò l'addestramento del giovane segugio deve iniziare già alla decima settimana di vita facendogli dapprima annusare i predatori appena abbattuti e dall'odore poco attraente e poi la selvaggina del profumo "dolce" avendo cura, aiutandosi con una corda e un bastone lungo, di farli saltare e “scappare“ per svegliare la curiosità del cucciolo che pochi giorni dopo troverà le prime piste, corte e facili, prodotte con questi o altri selvatici. Lo scopo è quello di far conoscere al cucciolo tanti odori diversi e di insegnargli la fiducia nel suo fiuto (che, seguendo la pista, lo porta sempre alla preda che poi, come premio, può prendere in bocca, scuotere e portare). Inoltre si deve aiutare il cucciolo, o il cucciolone, a fare l'esperienza basilare che il successo della caccia si ottiene esclusivamente tramite la cooperazione col conduttore. In pratica questo vuol dire dare al giovane segugio la possibilità e la motivazione di allontanarsi dal padrone per ispezionare il terreno e, in seguito, per l'inseguimento della traccia (perché solo cosi egli può sviluppare la sicurezza in sé stesso, il senso di orientamento nel territorio e imparare come affrontare i problemi postigli dall'ambiente stesso) ma anche fargli capire, nel contesto delle uscite insieme, che è il padrone (e solo lui) che decide quando iniziare e quando terminare la caccia. Perciò, nel corso delle uscite di addestramento, il conduttore dovrà far sì che suo ausiliare sia sempre partecipe al successo della battuta e fargli comprendere che, alla fine, potrà ritrovare il padrone sempre allo stesso punto di dove è stato sganciato! |
I Peintinger adulti, in una giornata di caccia, corrono senza problemi per 40 km e più e di solito non si fanno impressionare da qualche piccola ferita, spesso inevitabile. Tanto che non è certo per caso che sono, a volte, indicati come "i terrier da caccia fra i segugi"; cosa che dimostrano anche nei rapporti con i loro simili. Il Peintinger, infatti, può essere assai dominante nel confronto di altri cani, per cui la sistemazione nel canile dovrebbe provvedere l'alloggio singolo per ogni soggetto o, al massimo, di maschio e femmina insieme. Anche il conduttore incompetente ha buone probabilità di fare i conti con la dominanza del suo cane; infatti, diversamente dai Segugi italiani e francesi che spesso sono molto mansueti e sommessi, il Segugio della Stiria si ribella ad un trattamento inadeguato, pertanto non è un cane per neofiti senza esperienza con soggetti dal carattere forte! La caparbietà del Peintinger, di regola ben pronunciata, deve essere compresa dal conduttore e accettata fino ad un certo punto. |
|
Per dettagli cliccate sulla foto. |