Allevamento
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Arancio
non è marrone nemmeno Oggi
la genetica ci aiuta a capire quello che un po' di tempo fa,
a volte, sembrava
inspiegabile, dubbio o difficilmente comprensibile. |
Scilla di Casamassima tipico bianco marrone. Foto: Antonio Casamassima |
Un
aiuto per capire meglio di che colore si tratta c'è lo
fornisce lo standard di razza, nel quale, riguardo al colore
marrone
del Bracco Italiano, dove si fa un certo apprezzamento per i colori
metallici che sicuramente s'intendono dorati o ramati, proprio
per
differirli da quelli scuri, in pratica si preferisce una tonalità
di marrone chiara vicina come intensità all'arancio. Analizzando geneticamente il colore in questione si può tranquillamente dire che non è caratteristica dominante nel senso assoluto del termine è sicuramente recessiva nei confronti del marrone "canonico", ma ha una certa dominanza nei confronti dell'arancio, probabilmente è legato a un gene che risente di una certa carenza di espressività. In passato alcuni allevatori della nostra italica razza da ferma selezionarono questo colore, non so in verità se la cosa sia stata voluta o puramente casuale, così questo colore potè giungere sino a noi: i "Valgrisanche", per esempio, alcuni soggetti "delle Bandite, "alcuni "delle Forre" e i primi "Ronchi" (e se fosse una caratteristica trasmessa da quei Ranza? .) Vediamo quale meccanismo può aver provocato la comparsa di detto colore. Si è detto che un dato genotipo dà sempre un particolare fenotipo, ma non è sempre vero. Può accadere, infatti, che due soggetti con la stessa formula genetica e perciò portatori della stessa coppia all'elica siano fenotipicamente differenti, in pratica, stessa formula ma abiti diversi. Il dominante, si sa, si manifesta sia in omozigosi che in eterozigosi, il recessivo invece è manifesto solo omozigosi, questa è la norma, ma ci possono essere alcune eccezioni: quando l'allele dominante è in eterozigosi può succedere che a causa di condizioni ambientali particolari, ma soprattutto a causa di diverso sottofondo o back ground genetico, un certo numero di soggetti presenti un fenotipo che non è quello regolarmente dominante, ma invece quello recessivo in omozigosi. In pratica il dominante eterozigote appare come recessivo omozigote. In modo molto più semplice: uno dei due genitori roano marrone è portatore di una probabile "dominanza incompleta" o è trasmettitore di un "carattere" (genetico) poco espressivo e incostante perciò variabile e di conseguenza parte dei suoi cuccioli risulteranno apparenti bianco arancio, o meglio, molto più simili ai bianco arancio che non ai roano marrone. |
Prado Compatriota di Bonfini. Foto: Gabor. Essösy |
La prima osservazione
che riguarda il fenomeno in questione, sottolinea l'importanza
di poter distinguere tra le due eventuali cause che provocano
il fenomeno, la prima che riguarda l'influenza dell'ambiente è
perciò logico dedurre che detto colore non sia, in questo
caso, selezionabile, le altre due eventualità invece che
riguardano la dominanza incompleta o l'incostanza del carattere
dominante, suscettibile di selezione. Un'altra osservazione riguarda
l'opportunità di selezionare un colore simile che oltre
a risultare tipico e per certi versi particolare, fornisce
a noi
allevatori, appassionati della razza, un'opportunità in
più, è una delle tante caratteristiche che arrichiscono
la diversità genetica, oggi così indispensabile.
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