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Raduno Bracchi Italiani in Germania Il Bracco Italiano, negli ultimi anni, ha trovato un crescente numero di amici anche all'estero; soprattutto in Olanda dove, attualmente, vivono 300-400 soggetti, mentre la Germania ospita circa 70 Bracchi che, e questo è un fatto interessante, provengono, se non nati in Germania, direttamente o per via dei loro genitori dall'Ungheria (10), dalla Repubblica Ceca (8), dall'Italia (7), dal Belgio (4), dall'Olanda (4) e dalla Finlandia (1) |
Baldobracco di Casamassima (sin.), e Bruno, il suo compagno di vita "dei Sanchi" vivono in Germania. (Anche nella foto di titolo.) |
Le differenze venatorie tra Italia e Germania Si comincia col fatto che fra i miei connazionali il cane da caccia, in generale, è uno dei preferiti in assoluto, ma solo come cane da famiglia (vale a dire senza farne un qualsiasi uso venatorio!). Pertanto il Bracco Italiano viene scelto per la sua indole buona, la sua pacatezza verso i suoi simili, la quasi totale mancanza di aggressività verso la selvaggina ed i predatori selvatici, la gentilezza che dimostra nei rapporti con i bambini, le sue doti di gradevole compagno in casa ed anche, ma non per ultimo, per il suo bell'aspetto. Da qui l'osservazione di Fusetti che parecchi dei Bracchi presentati avevano sì delle belle teste e una bella presenza, erano molto ubbidienti e assai "maneggevoli", ma manifestavano un’evidente scarsità all’attitudine venatoria desiderata. In effetti, solo il 60% circa dei Bracchi residenti in Germania vengono portati a caccia; mentre in Olanda la distribuzione è ancora più estrema, con meno del 20% circa dei soggetti che sono utilizzati nell'ambito venatorio. Tuttavia bisogna altresì annotare che, specialmente in Olanda, tanti Bracchi sono addestrati per la variante meramente sportiva del field trial, pertanto non sono assolutamente cani da divano! |
All'estero il Bracco è apprezzato soprattutto come cane da compagnia. |
Ma in verità anche i cani che vanno a caccia trovano una realtà molto diversa da quella italiana.
Come precisa a questo proposito Harald Koska, conduttore di due Bracchi: "Qui da noi il Bracco Italiano è generalmente impiegato come cane da pieno utilizzo venatorio. Cosa vuol dire questo? Vuol dire che deve fare un po' di ferma e un po' di cerca (a modo degli Spaniel), un po' di lavoro nell'acqua e anche un po' di pista di sangue. Quest'ultimo solo alla lunga, cioè senza sganciare il cane a fine pista e mandarlo da solo nei cespugli per forzare, ad esempio, il cinghiale ferito dalla sua lestra come farebbe il classico cane da sangue. Nessuno si può permettere il "lusso" di condurre il Bracco come fermatore specializzato, semplicemente perché non sarebbe possibile nelle nostre riserve. Dal momento che le tipiche riserve con campi che ospitano fagiani e starne sono ormai una rarità qui da noi, e con la crescente coltivazione del mais per gli impianti del gas biologico questi terreni sono in calo continuo. Dopo la raccolta del frumento in estate viene subito seminata l'erba a crescita rapida che si taglia poi in aprile e maggio, periodo delle cove, per seminare di seguito il mais, coltura che non attira la selvaggina minore, e dopo la sua raccolta la terra viene arata e seminato il frumento invernale. Questo comporta che, di fatto, effettivamente non c'è più spazio per la lepre, il fagiano e la starna! Persino nella mia riserva, che è ancora composta di spazi piccoli e biologicamente diversi, un fermatore incontra problemi. Durante la stagione venatoria abbiamo aree con frumento invernale dove di fagiani non se vedono quasi mai e solo occasionalmente appare qualche lepre. Inoltre ci sono campi di senape, pianta alta 90-180 cm, dove il cane non si vedrebbe nemmeno! Abbiamo ancora dei pezzi di bosco con delle lepri e molto raramente qualche fagiano e qualche beccaccia. Quindi, alla fine uno è contento se il suo ausiliare trova almeno qualche selvatico e lo alza." E poichè questa è la realtà per la maggior parte dei cacciatori tedeschi, appare ben chiaro come e perchè, di conseguenza, abbiano esigenze ben diverse da quelle dei loro colleghi italiani. |
Minerva dell'Oltrepò; il recupero della volpe difficilmente fa parte del lavoro di un Bracco in Italia. |
Le risultanze del Raduno Ma tornando alla cronaca dell’evento cinofilo vi è da dire che l'aspetto pratico del raduno è iniziato con la verifica delle attitudini sul terreno in seguito alla quale i Bracchi dovevano cercare e fermare delle quaglie messe appositamente in un prato, e poi, in un altro momento, effettuare il riporto dall'acqua. Nella sua veste di osservatore Fusetti è stato piacevolmente sorpreso della giovane Minerva dell'Oltrepò, pur dichiarandosi un po' deluso delle prestazioni di diversi altri soggetti; ma ha altresì giustificato la cosa indicandone le cause nella tenera età dei cani e nell’evidente inesperienza dei loro padroni, incoraggiandoli caldamente a continuare l'addestramento dei loro ausiliari. Per i proprietari non cacciatori è stata un autentica rivelazione vedere, e soprattutto comprendere grazie alle precisazioni di Fusetti, cosa significa per il Bracco Italiano lavorare per ciò che è stato selezionato e farlo secondo lo stile della razza. Tutto ciò è stato poi consolidato anche nel corso della conferenza nella quale, assecondato da video e foto, Flavio Fusetti ha spiegato in dettaglio che cosa determina il comportamento venatorio tipico di un Bracco Italiano, la differenza fra un Campione di Lavoro e un Bracco medio. Inoltre, tra la sorpresa del pubblico presente, ha loro rivelato che in Italia c'è una bella differenza fra il Bracco usato esclusivamente per la caccia e quello destinato alle prove; e che i Campioni Assoluti, spesso, sono portati a caccia non prima che la loro carriera alle prove sia terminata. La sorpresa dei presenti era dovuta, ovviamente, al fatto che le prove di lavoro in Germania servono quasi esclusivamente a valutare l'idoneità del soggetto per la caccia, e chi vi prende gli ottimi voti, per definizione, deve essere anche il cane più bravo e redditizio a caccia. |
La selvaggina da penna è assai scarsa in tante parti della Germania e cane e cacciatore devono accontentarsi di poco. |
Infine il Raduno ha incluso una specie di piccola esposizione nel corso della quale Fusetti ha spiegato, prendendo ad esempio quattro soggetti "volontari", l'andatura, il portamento della coda, la forma della testa, l'occhio, il colore del mantello ed altri aspetti importanti nella valutazione morfologica della razza, facendo notare, in maniera simpatica e assai gradita, i punti forti e quelli deboli dei Bracchi presenti, e soffermandosi anche a parlare su alcune particolarità da osservare nella scelta di un Bracco e, poi, del suo mantenimento. Informazioni assai ben accolte dal pubblico.
In conclusione vi è da segnalare come, per i partecipanti al Raduno, la presenza di un rappresentante del Club italiano sia stato significativo, non solo per conoscere l'utilizzo della razza nella sua Patria d’origine, ma anche per capire l'orgoglio che nutrono gli amanti italiani del Bracco per questo cane. Credo quindi che si possa dire, senza esagerare, che questo Raduno ha cambiato profondamente l'atteggiamento di alcuni proprietari ed allevatori nel confronto del loro Bracco cacciatore. Sperando sinceramente che Flavio Fusetti, che è stato un ottimo ambasciatore della razza, sia di nuovo presente al raduno 2012 che terminerà il 30 settembre con la prima Speciale in Germania per Bracchi Italiani, organizzata dal VDH (Ente nazionale della cinofili tedesca) secondo il regolamento internazionale della FCI e aperta a cani di tutti i Paesi e di tutte le classi. |
Foto 1-3, 6 Linda Maschlanka; 4, 5 Dieter Berger |
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